Cinema. Presentato “Gli ultimi saranno ultimi”. Massimiliano Bruno: “L’anaffettività può farci crollare”

ROMA – Luciana (Paola Cortellesi) è una donna semplice, un po’ remissiva e senza particolari ambizioni, se non quella di una vita serena insieme a suo marito Stefano (Alessandro Gassman).

I due vivono ad Anguillara, piccolo paese del Lazio. Lei lavora da dieci anni in una fabbrica, mentre lui, refrattario a mettersi “sotto padrone”, vive alla giornata tra scommesse e piccoli affari, che inevitabilmente si rivelano dei buchi nell’acqua. Sono una coppia felice, e insieme sognano di coronare il loro amore con un figlio. Tutto cambia però quando Luciana scopre di essere finalmente incinta: l’evento che avrebbe dovuto essere il preludio della sua felicità, diventa invece l’inizio di una vera e propria crisi. A causa della gravidanza, infatti, viene ingiustamente licenziata. Tenta di tenere duro, ma quando anche il mondo dei suoi affetti e delle sue amicizie comincia a sgretolarsi, perde il controllo e finisce per reclamare “violentemente” giustizia proprio di fronte all’uomo sbagliato, ovvero il poliziotto Antonio (Fabrizio Bentivoglio), in cerca di un riscatto dopo un tragico episodio sul lavoro, e quindi persona disperata e in difficoltà, proprio come lei.

È una storia che si muove tra temi sociali e bisogni emotivi, quella di Gli ultimi saranno ultimi, nuovo lungometraggio firmato da Massimiliano Bruno. Una vicenda che il regista romano aveva concepito 9 anni fa per uno spettacolo teatrale, e che oggi ha scelto di riadattare per il grande schermo, dando vita a un film interessante sotto molti punti di vista, ma con qualche sbavatura. Bruno ha affermato di aver sentito fortemente il bisogno di raccontare questa storia, e la genesi intima della narrazione trova riscontro sul modo efficace con cui commedia e dramma s’intrecciano nella vicenda di Luciana. Il film ruota attorno a una domanda fondamentale: “Qual è il limite per ognuno di noi? Qual è la soglia oltre la quale si perde il controllo?”. E in effetti, l’elemento più convincente di questo lavoro è proprio la risposta che Bruno sceglie di dare: “Senza lavoro si puzza”, afferma rabbiosa la protagonista di Gli ultimi saranno ultimi, e reclama il suo diritto al “minimo garantito”, ma ciò di cui non può veramente fare a meno è l’universo degli affetti, dell’amore, delle amicizie. L’anaffettività, afferma il regista, è il colpo che davvero può farci crollare. E proprio l’intreccio di legami e rapporti, tutti in costante evoluzione, è qui uno dei punti di maggior forza, che insieme all’interpretazione di un cast di ottimi attori (su tutti la Cortellesi, Gassman e Bentivoglio), conferisce al film realismo e spessore.

Tuttavia, pur all’interno di un impianto complessivamente buono, resta il rammarico per alcune pecche. La tematica sociale è affrontata in modo tutto sommato realistico e credibile, non ci sono né buoni né cattivi, ma resta un’ingombrante “spinta” verso giudizi ben precisi sui singoli personaggi, tanto che sappiamo da subito chi guardare con occhio benevolo, chi con rabbia, chi con ammirazione. Ci sono inoltre una serie di buone idee che restano un po’ in sospeso: il titolo ribalta il passo evangelico per cui “Gli ultimi saranno i primi”, e all’elemento religioso si fa riferimento dipingendo Anguillara come un paese attraversato da un cattolicesimo tradizionale e un po’ retrogrado, fatto di vecchiette in preghiera, di processioni e di antenne radio che permettono di ascoltare la messa fin dentro il lavandino di casa. Eppure, non si va oltre questo sguardo, e non c’è mai, per i personaggi, un rapporto concreto con la religione, né positivo né negativo. Lo stesso personaggio di Antonio, inoltre, esaurito il suo ruolo nella vicenda principale di Luciana, viene liquidato in modo un po’ sbrigativo, nonostante figuri tra quelli meglio caratterizzati di tutta la pellicola. Discutibile, infine, la scelta delle musiche: poco adatte, e ingombranti nei momenti in cui il cantato fa irruzione come colonna sonora di alcuni passaggi narrativi. 

È un peccato, per un film che ha indubbiamente molti elementi positivi, e che riesce a mescolare dramma e commedia, affrontando in modo convincente temi legati al lavoro, agli “ultimi”, alla condizione della donna e alla vita emotiva e affettiva. Massimiliano Bruno ha del potenziale, anche se resta ancora qualche passo da fare. 

USCITA NELLE SALE: 12 novembre 2015

GENERE: Commedia, drammatico 

REGIA: Massimiliano Bruno

SCENEGGIATURA: Furio Andreotti, Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Gianni Corsi

ATTORI: Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Stefano Fresi

FOTOGRAFIA: Alessandro Pesci 

MONTAGGIO: Luciana Pandolfelli

MUSICHE: Maurizio Filardo

PRODOTTO DA: Fulvio e Federica Lucisano

PRODUZIONE: Italian International Film con Rai Cinema

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

PAESE: Italia

DURATA: 103 Min

Gli ultimi saranno ultimi – Trailer

 

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