Taormina 62. Susan Sarandon al crocevia di glamour e impegno

TAROMINA (nostro inviato) In pieno centro a Taormina,  in una splendida boutique di moda internazionale ossia “Parisi”, il Cav. Franco Parisi, assieme ai figli Pancrazio e Salvatore, ha permesso che il glamour, la moda ed il cinema si incrociassero mirabilmente in un evento che ha calamitato ed attratto l’interesse di tutti coloro i quali stanno seguendo il festival del cinema.

Alla boutique, che dispone di una visuale che si espande dalla città del monte Tauro alla costiera che confina con l’ azzurro-verde del mare, si sono incontrate le personalità più importanti del festival: i fratelli canadesi Dean e Dan Caten della casa di moda italiana “Dsquared2”, a cui era dedicato l’evento; la bellissima top model olandese Rianne Ten Haken; la General manager del Taormina film fest Tiziana Rocca e il marito attore e regista Giulio Base; l’avvenente Susan Sarandon, sempre disponibile nei confronti di tutti, perfettamente a suo agio in un ambiente di moda . 

La Sarandon, presente al Taormina film fest per il secondo anno consecutivo, per una masterclass e per la presentazione del film “The meddler”,  ha parlato volentieri del ruolo da lei interpretato. Nel comedy drama,  il premio Oscar del 1996,  é Marnie, una vedova agée, segnata dalla morte del marito Joe, lutto che elabora trasferendosi a Los Angeles con la figlia Lori (Rose Byrne), ma soprattutto spendendosi nell’aiutare persone che gravitano nella sua orbita. Per questo film, dal tono eccentrico e dalla struttura episodica, la Sarandon ha potuto avvalersi della conoscenza diretta della donna che ha impersonato – la quale le ha  prestato sul set gli abiti che indossa nella vita reale –  che è in realtà la madre della regista.  Che è, come ha detto la stessa attrice, una donna dalla grande generosità, con un animo materno, pronta a dare quello che ha in più e a trasformare l’amore ricevuto in supporto per gli altri. Il film girato in ventitré giorni, ha avuto un budget di tre milioni di dollari, per il mercato americano non molto elevato. La stessa Sarandon ha lamentato le dinamiche di assegnazione di fondi che vengono ” stabilite più da banchieri che da veri amanti del cinema”,  che tengono a privilegiare pellicole in cui prevalgono gli effetti speciali piuttosto che le storie umane.  Ha tenuto a ricordare come in italia ,negli anni ’50, vi fossero film importanti sulle donne diretti da uomini con grande sensibilità, che ammiravano e quasi “ veneravano incondizionatamente la donna”. A Hollywood ciò non è mai accaduto e non accadrà mai, ha sostenuto la star. 

Discorrendo della serie tv incentrata sulla vita delle dive di Hollywood, ossia “Feud” in cui sarà Bette Davis, ha enfatizzato come  si raccontasse che condividessero gli stessi uomini  e che si detestassero “con cordialità”. Ma erano i giornali scandalistici a contrapporre queste icone ed Hollywood, oggi, non è poi cambiata tanto.

La Sarandon ha affermato di non sentirsi rispecchiata dai valori che incarna la Clinton , considerata un’inarrestabile macchina da soldi; di deprecare l’uso della violenza e delle armi, eccessivamente riprodotte nei film, a cui occorre contrapporre l’immaginazione  e l’empatia con il mondo.

La diva americana, che nel corso della serata al teatro Antico, ha ricevuto le chiavi della città dalle mani del commissario di Messina Filippo Romano, ha fatto notare i familiari siciliani presenti anche in sala ed il nonno originario di Ragusa, ed ha ritirato l’Humanitarian Taormina award,  per il suo impegno nel sociale rivolto alla popolazione di Haiti, consegnatole da David Bell, del board of directors di APJ Artist for Peace and Justice, organizzazione no-profit per la promozione della pace e della giustizia sociale nel mondo mediante l’emancipazione delle comunità povere.

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