NOMA: un film per sfidare la vita e combattere con l’arte il disagio della malattia

Quante volte vi è capitato di parlare di “recovery”? Termine usato poche volte nel senso giusto perché trattasi di “recupero”: di energie fisiche, mentali, di una sicurezza che è andata dissolvendosi improvvisamente nella propria esistenza a causa di un trauma, una malattia, una violenza.

I giornali parlano ampliamente e quotidianamente di questi episodi – appoggiandosi prevalentemente alla cronaca nera o ad episodi di violenza subiti dal gentil sesso inaspettatamente (il grado di “inaspettanza” è però spesso relativo!) – ma pochi parlano della sfida vitale al trauma causato da una malattia improvvisa.

Questa lotta in prima istanza avviene con la medicina e tutti i suoi ritrovati innovativi, ma in una dimensione più timida, e incredibilmente più reattiva, si genera attraverso l’arte, la creatività, l’immaginazione. Così è successo ad Alessandra Laganà che di fronte alla diagnosi di un tumore al seno maligno (per il quale aveva perso la madre e la nonna) si è trovata davanti ad un bivio, ancor prima di affidarsi ad operazioni chirurgiche dall’esito non sempre certo: depressione/suicidio o vitalità/rinascita? La risposta è stata istintiva ed estemporanea, complice la curiosità di delegare ad una macchina da presa una serie di azioni non sceneggiate collegate al fil rouge della ricerca di vita, comunicazione, ripresa.

E’ stato così composto NOMA, girato insieme al compagno Tommaso Marletta durante e dopo la fase patologica critica, che ha coinvolto 20 Artisti, raccontando per immagini, scrittura e musica (con una colonna sonora coinvolgente e del tutto improvvisata sul set) un viaggio alla ricerca della forza interiore, verso un nuovo possibile Futuro”. Dal film, presentato alla presenza di medici, pazienti, artisti e istituzioni lo scorso 14 maggio a Roma insieme a Lazio Innova, società presso cui lavora Alessandra come avvocato e che ha subito sposato la causa promuovendo l’iniziativa, è stato creato un vero e proprio progetto che l’Associazione NOMA World, alla ricerca di una casa per questo, intende trasferire a uomini e donne che vivono il disagio della malattia, col fine di promuovere e sostenere lo scambio culturale e sociale per il benessere psicofisico, attraverso la pratica delle Arti, stimolando l’inclusione, la condivisione, la capacità di fare rete. 

Il docu-film, di cui è possibile analizzare le fasi, i concept, le fasi di lavorazione e gli obiettivi sul sito www.noma.world, prima ancora di approdare in Italia è stato apprezzato negli Stati Uniti, dove ha ottenuto il premio di riconoscimento per il valore umanitario dell’opera all’Accolade Global Film Competition 2017 (CA), USA.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe