Piccolo Eliseo.“Io vendo le emozioni”, Francesco Pannofino attore e cantautore

Le emozioni sono il bagaglio e l’esperienza di ogni attore, il suo talento rivelato. Francesco Pannofino, doppiatore e interprete, porta sul palcoscenico le canzoni di cui è autore nello spettacolo “Io vendo le emozioni”, andato in scena al Piccolo Eliseo.

Accompagnato dal Lino Rufo Blues Trio, l’attore ci trasporta all’interno del suo mondo variegato ed eterogeneo fatto di musica e teatro, con omaggi ai grandi cantautori italiani – da Gaber a De Andrè, da Bertoli a De Gregori –, reinterpretando con originalità ed entusiasmo alcuni classici italiani e internazionali.

Nelle sue canzoni Pannofino trascina lo spettatore in un luogo altro, fino al fondo dei ricordi luminosi e profumati di una Liguria primaverile – sua terra d’origine – e una Roma nuova e piena di promesse nel suo sguardo di ragazzino; ci racconta l’odore di piombo e il silenzio irreale sull’asfalto la mattina della strage di via Fani, di cui fu testimone, e tutto ciò che poi ne seguì. Con poca retorica e molta ironia, con la voce che trema di fronte all’abisso della violenza impressa dentro gli occhi di un ragazzo. La partitura musicale diviene spina dorsale al testo, donando dignità e sostegno alle parole dell’attore.

Pannofino ci lascia sbirciare all’interno di un universo per pochi, fatto di camere d’albergo, trasferte, ciak, raccontandoci aneddoti divertenti e rivelandoci i limiti e la bellezza di una professione affascinante. Lo incalza – nella narrazione – un intervistatore-interlocutore: l’amico giornalista Alfredo Saitto che – con ironia – dona allo spettacolo lo spessore musicale di un esperto.

Ai racconti si alterna la musica e la poesia: così l’attore diviene Neruda, Leopardi, Trilussa e l’immortalità dei loro versi; per poi trasformarsi – a un mutamento della luce – dentro le parole di Gaber, Bob Dylan, Paul McCartney. Lo vediamo tornare se stesso – dopo mille altri – tra le righe delle sue canzoni, in quel prodigio che solo il teatro e la musica riescono a creare.

I testi e l’interpretazione, le chitarre di Lino e Yuki Rufo, creano uno spettacolo piacevole e divertente, ricco di sfaccettature, nel quale lasciarsi rapire dai fraseggi musicali. E lo spettatore si ritrova ad ascoltare – affascinato – quella voce che riconosce di Tom Hanks e George Clooney divenire intima di infanzia e speranze, ricolma di gratitudine e musica nei confronti di un mondo che lo ha consacrato uno tra i doppiatori e attori più amati in Italia e, per questo, venditore per eccellenza di emozioni.

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