Taormina 2019. Oliver Stone, tra cinema e impegno sociale

TAORMINA (nostro inviato) Il Taormina film fest ha acclamato e applaudito Oliver Stone, presidente di giuria di quest’anno, protagonista di un‘interessante Masterclass prima e insignito del “premio Angelo D’Arrigo”poi, consegnatogli dalla moglie del compianto aviatore e deltaplanista (scomparso nel 2006) Laura Mancuso e dai direttori artistici della manifestazione, Gianvito Casadonte e Silvia Bizio, nel corso della stessa serata in cui veniva ricordato Giorgio Faletti (con la coniuge Roberta Vellesini in Teatro). 

Il regista newyorkese ha dato vita, in anteprima mondiale, alla presentazione del film di Igor Lopatonok, “Revealing Ukraine“, del quale Oliver Stone è produttore e realizzatore delle “interviews”, perno centrale della sceneggiatura. Il film è stato proiettato al Palacongressi di Taormina, con apertura al pubblico, secondo la volontà di Stone, che ha voluto ancora una volta affrontare una tema scottante, con il suo consueto stile e capacità d’analisi. Già nel 2016 Lopatonok aveva proposto, sempre a Taormina, “Ukraine on Fire”, con le interviste compiute da Stone all’ex presidente Viktor Yanukovich, all’ex ministro degli Interni Vitaliy Zakharchenko e al presidente della Russia Vladimir Putin. In “Revealing Ukraine“ – che rappresenta una sorta di seguito della pellicola precedente – dominano le conversazioni e le questioni poste allo stesso Putin (al Cremlino) e al leader del partito d’opposizione ucraino For Life, Viktor Medvedchuk. Inoltre Taormina ha potuto vedere alcune scene in aggiunta a quelle già realizzate.

Il regista tre volte premio Oscar (una volta per la sceneggiatura e due per la regia) ha affermato, cosa condivisa dal director ucraino di Marganec’, che la finalità del loro film è fermare il conflitto bellico in Ucraina, senza schierarsi a favore o contro Putin, ma cercando di raccontare la verità, avendo appurato, riscontrato e accertato tutto quanto viene rappresentato. Con “ un’America assetata di sangue”, afferma Il regista statunitense, il mondo sembra assopirsi su questa visione belligerante e per risolvere tale situazione occorre un’informazione più attenta e più corretta.

Nella Masterclasss, moderata da Silvia Bizio, Stone ha affrontato la politica internazionale, incrociandola con il mondo cinematografico. Rispondendo a Richard Dreyfuss, che l’ha interpellato sul difficile momento mondiale, ha ribadito nuovamente la bellicosità di alcuni comunicatori e di chi ha ruoli politici preminenti. Per cui, ha aggiunto Stone, vergare libri o creare film non basta se non vi è l’adeguata distribuzione, sperando che l’Europa presti maggiore attenzione a questi temi rispetto a quanto fanno in altri paesi.

In una società fondata sul danaro e sul dominio, la supremazia e la potenza (come si evidenzia per la politica a sfondo bellico condotta dagli USA prima nei confronti dell’Iraq, dell’Iran e ora verso la Siria), il regista newyorkese ha detto di avere posto i quesiti in modo che il popolo americano potesse percepirli, anche se spesso gli americani non sanno cosa voglia dire guerra: per ricordare agli USA i danni delle guerre, Stone nel 1989, realizzò il film premio Oscar “Nato il 4 luglio”.

Gli stessi americani non sanno cosa significhi essere colpiti in battaglia e i progressi della medicina hanno obbligato i reduci a vivere in uno stato d’invalidità che per il regista “è peggio che morire giovani”. Su un eventuale film su Trump, Stone si è detto possibilista, affermando che farebbe una sorta di commedia con sfumature ridicole e grottesche, un po’ come a suo tempo “W.” (2008) su Bush.

L’orchestra a plettro della Città di Taormina ha scandito gli interludi musicali durante la serata nella quale Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai beni Culturali, ha ancora una volta supportato il progetto Mibact a sostegno dell’uso delle sale cinematografiche tutto l’anno, prima della proiezione restaurata di “ Nato il 4 Luglio”.

Condividi sui social

Articoli correlati