Teatro Brancaccio. “Aladin Il Musical geniale” o il coraggio della meraviglia. Recensione

ROMA – Spesso ci dimentichiamo quanto sia bello e liberatorio poter tornare bambini, anche solo per una sera. A volte sono le fiabe della nostra infanzia o i volti che ammiravamo in televisione e i ricordi legati ad essi che all’improvviso ci spalancano i sogni oramai dimenticati. Può accadere quindi di sospendere il proprio giudizio critico e ponderato in favore di quella parte di noi che ancora ha il coraggio di meravigliarsi.

Maurizio Colombi porta in scena “Aladin, il musical geniale” al Teatro Brancaccio fino all’8 dicembre: un family show che – ispirandosi alla fiaba classica di Aladino e strizzando l’occhio alle esperienze cinematografiche più conosciute – trova il modo per proporre uno spettacolo variopinto e piacevole e, allo stesso tempo, riflessivo nei confronti di temi come l’egoismo e la smania di potere, la libertà e la giustizia, l’amore e il desiderio di fare del bene.

Alla sabbia e alla memoria di essa – evanescente e vana – e alla voce salda e profonda del narratore è affidato il racconto della leggenda dalla quale prende vita tutta la messinscena. I due geni fratelli (Sergio Frisca e Umberto Noto) – Titani inviati sulla Terra dalla dea Gea – ci raccontano da subito un mondo da sogno animato da una comicità palesemente contemporanea e un respiro ricco di leggerezza.

Al ruolo intelligente e grottesco dei “cattivi” – il Gran Visir Jafar (Maurizio Semeraro) e il suo fedele compagno Skifus (Jonathan Guerrero) – è affidata la parte più riflessiva dello spettacolo che rivela con ironia l’aspetto ridicolo del male e il limite stesso della smania di potere. L’amore nelle vesti giovani ed entusiaste di Aladin (Leonardo Cecchi) e Jasmin (Emanuela Rei) ha la luce dei ricami dorati dei loro costumi e assume su di sé le parole e la musica dei classici indimenticabili della canzone italiana. Il loro legame non pecca di superficialità: si costruisce bene sulla scena; si salda di complicità.

I tratti caricaturali dei personaggi, gli effetti sonori tipici dei cartoon creano a volte l’effetto straniante che fa pensare all’eccesso, restando tuttavia nel solco tipico dell’impianto classico della commedia e nella forma più colorata ed espressiva in grado di coinvolgere positivamente un pubblico arricchito dai bambini.

E se la trama a volte si disperde e si ingarbuglia – smarrendosi in visioni laterali che prolungano oltremodo la freschezza della storia –, la musica, i costumi (Francesca Grossi), le coreografie di Rita Pivano e gli effetti speciali, le scenografie sognanti di Alessandro Chiti che disegnano un Oriente da fiaba, costruiscono – in compenso – uno spettacolo che è racconto e, al tempo stesso, una vera e propria festa: qualcosa che ha che fare con la sincerità di un sorriso. Si crea così una piccola magia che ha il pregio di incantare i bambini e alleggerire gli adulti, sorpresi a sorridere mentre ancora sognano di volare senza timore su un tappeto volante.

LEONARDO CECCHI, EMANUELA REI, 

CON LA PARTECIPAZIONE DI SERGIO FRISCIA

in

ALADIN IL MUSICAL GENIALE

MUSICHE ORIGINALI E ARRANGIAMENTI MUSICALI
DAVIDE MAGNABOSCO, ALEX PROCACCI, PAOLO BARILLARI

Con
UMBERTO NOTO – GENIO DELLA LAMPADA
MAURIZIO SEMERARO – JAFAR
RENATO CRUDO
 – ABDUL
GLORIA MIELE – AISHA
JONATHAN GUERRERO – SKIFUS
DANIELE DEROGATIS – SULTANO
FULVIA LORENZETTI – KAMIRA
RAFFAELLA ALTERIO – COCO

ideato e diretto da MAURIZIO COLOMBI

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