Liolà: risate in rima tra lirica ed emancipazione femminile

Suscita grande ilarità “Liolà” di Luigi Pirandello in scena al teatro Quirino di Roma. Risate e canti per la commedia musicale diretta dal regista Francesco Bellomo che decide di adattarla nella seconda metà del Novecento, epoca in cui la sussistenza in Sicilia era ancora legata alla “roba” e alle antiche tradizioni che relegavano la donna a un ruolo subalterno, senza possibilità di emancipazione scolastica o lavorativa.

Ed è in questo scenario, nel borgo marinaro di Porto Empedocle, che è ambientata la storia di Liolà, un “Don Giovanni” guascone, che seduce tutte le donne del villaggio, con il suo vigore e la sua contagiosa vitalità, le sue canzoni e la sua avvenenza, ma privo di qualsiasi rendita e reddito. Fa da contraltare al giovane sprovveduto, Don Simone Palumbo detto Zio Simone: un commerciante di zolfo molto ricco e avanti con l’età, che gestisce gli affari di un intero borgo, compensando col denaro e il potere la sua presunta impotenza e la mancanza di un erede. A interpretarlo un impareggiabile Enrico Guarneri, che in questa pièce ci diletta con la sua vis tragicomica, riuscendo a divertire il pubblico senza però adombrare protagonista, un divertente Giulio Corso. «Zio Simone – spiega Enrico Guarneri – è un personaggio che gioca sul filo della comicità: incominciai a recitare in commedie più di 35 anni fa, per poi passare al registro tragico per esigenze artistiche e anagrafiche. La mia prima prova drammatica fu con un testo di Eduardo De Filippo che sapeva sia suscitare emozioni che risate: “Tutto per bene” (“N’ guanti gialli”) con il quale ottenni sia il favore del pubblico che della critica ».

Un cast di attori giovani e di grandi speranze dove spicca la brava Roberta Giarrusso nel controverso ruolo di Tuzza, emblema della furbizia e scaltrezza femminile in un’epoca in cui solo con il matrimonio la donna acquisiva decoro e diritti. Emerge nel suo personaggio, da lei egregiamente rappresentato un forte istinto alla sopravvivenza che la spinge a opporsi a una società patriarcale per diventare protagonista della sua vita, subendone anche le conseguenze, come una vera e propria femminista ante litteram.

Una commedia che sa divertire offrendo uno spaccato di una Sicilia che non esiste più, ma i cui valori e tradizioni sopravvivono, in un Paese come l’Italia ancora così frastagliato nelle sue identità locali e retrogrado nei confronti dell’emancipazione femminile, con donne oggi più di ieri vittime di violenze sia fisiche che morali.

Dal 4 al 16 febbraio al teatro Quirino “Vittorio Gassman”

Liolà

di Luigi Pirandello

regia Francesco Bellomo

con Giulio Corso, Nadia Perciabosco, Roberta Giarrusso, Enrico Guarneri e Anna Malvica

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