“Immaturi – Il viaggio”” . Raoul Bova: “In amore le donne sono più affidabili degli uomini”

ROMA. Affollatissima conferenza stampa al Visconti Palace con il cast di “Immaturi – Il viaggio”, sequel del precedente, fortunatissimo film di Paolo Genovese, che ha incassato sedici milioni di euro e ha superato i due milioni di spettatori.

“Lo sforzo più grande – ha detto il regista – è stato tenere a bada il cast disperso su un’isola bellissima”, l’isoletta greca, dove il film è ambientato.  I protagonisti erano tutti presenti, tranne Ricky Memphis, rimasto a letto con quaranta di febbre: Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Barbara Bobulova, Raoul Bova, Anita Caprioli, Luisa Ranieri, Maurizio Mattioli.   Il film, che i giornalisti hanno apprezzato, narra le vicende amorose di un gruppo di trenta-quarantenni non del tutto maturi, ma dimostra che per la maturità un’età non esiste e l’ ingrediente di base per la saggezza è l’amore.
Riuscito il personaggio di Ambra Angiolini che fa la parte di una cleptomane: Paolo Genovese spiega che la sessuodipendenza è una delle ragioni che porta al furto compulsivo perché “dopo aver superato l’ossessione del sesso si comincia a rubare”.

Nel film il regista tocca vari aspetti della vita quotidiana: le nevrosi, la malattia, il tradimento. Una delle ragioni del successo di questi suoi lavori sta nell’affrontare con leggerezza le nostre quotidiane paure, drammi, difficoltà nelle relazioni umane, puntando i riflettori soprattutto sulla coppia.
Più di una domanda sul tradimento, alla quale Raoul Bova ha risposto: “Il non confessare può anche significare non voler dare all’altro la responsabilità. Per una piccola cosa non conviene mai rovinare un rapporto importante”. Bova ha poi detto che  in genere “le donne in amore sono più affidabili degli uomini, altrimenti i figli li farebbero i maschietti”
Genovese dice di essersi documentato sul significato etimologico di “immaturità” e lo definisce “mancanza di mezzi adeguati per affrontare le situazioni della vita”. Inadeguatezza che può diventare nevrosi e di conseguenza incapacità di amare.  Anche questo sequel prevedibilmente piacerà al pubblico,  perché è commedia godibile e leggera che rende digeribili  le portate quotidiane: un buon caffè, forse un po’ troppo zuccherato.

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