“L’arrivo di Wang”: Manetti Bros a tensione costante. Recensione. Trailer

ROMA – Lo spunto è da fantascienza, l’approdo è reale. D’altronde la storia del genere sci-fi lo insegna: «La fantascienza è sempre stata una metafora per parlare dei problemi dell’uomo, da Aasimov in giù».

Parola di Antonio Manetti, una metà dei Manetti Bros., registi, sceneggiatori e produttori dell’Arrivo di Wang, nelle sale dal prossimo 9 marzo. Nel film questi problemi sono l’incomunicabilità, l’integrazione e il pregiudizio, che compongono un livello di lettura del testo subordinato alla storia fantascientifica raccontata dai fratelli-registi. Gaia è una traduttrice di cinese che viene chiamata per un lavoro urgente e segreto: deve fare da interprete all’interrogatorio di un certo signor Wang, trattenuto dalle autorità perché piombato all’improvviso a casa di Amounike, in uno scantinato in zona San Pietro, a Roma. L’interrogatorio sarà condotto dall’agente Curti, deciso a scoprire il vero motivo della visita romana di Wang la cui identità sarà inizialmente nascosta agli occhi di Gaia.

«E’ un film con tanta umanità e una buona dose di spettacolarità, diverso dalla classica fantascienza di Hollywood», sottolineano i registi. Hollywood però, s’era già misurata qualche anno fa su questo terreno mischiando sci-fi e integrazione sociale con District 9. Nell’arrivo di Wang il discorso sulla diversità e sul rapporto con lo straniero è meno sfumato che nel film prodotto da Peter Jackson, ed è trattato con maggior sfacciataggine dai Manetti. Il risultato è un film coinvolgente, a tensione costante, merito non solo della regia, ma anche delle luci e della musica di Pivio e Aldo De Scalzi. «Noi stessi siamo orgogliosi di un film del genere che ci siamo autoprodotti proprio perché nessun produttore ci avrebbe scommesso su», ammettono Marco e Antonio Manetti, consapevoli degli spazi ristretti che il mercato cinematografico italiano riserva ai film di genere.

E la soddisfazione è davvero tanta visto che L’arrivo di Wang è stato proiettato con successo in numerosi festival in giro per il mondo, da Sidney a Glasgow, passando per il Trieste International Science-Fiction e il Controcampo italiano nell’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia. L’eco del consenso guadagnato dalla pellicola ha varcato l’Atlantico: fatti i dovuti scongiuri, un remake negli Stati Uniti è più che una possibilità.

L’arrivo di Wang
Regia, soggetto e sceneggiatura dei Manetti Bros.
Con Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Juliet Esey Joseph e Ly Yong
Fotografia di Alessandro Chiodo
Effetti visivi della Palantir Digital, supervisionati da Simone Silvestri
Nelle sale il 09 marzo 2012.

L’arrivo di Wang – trailer Italiano

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