Cannes 70. Gli italiani d’oro sulla Croisette

CANNES – A scorrere l’albo d’oro del festival di Cannes si scopre che il cinema italiano una volta vinceva molti più premi di adesso, quando i film, i registi e gli attori italiani invitati sulla Croisette tornavano a casa con una messe di ambiti riconoscimenti.    Da anni non è più così. Sono appena tredici i film e dodici gli attori fino ad oggi vincitori  in questo festival oggi settantenne.

 

Eppure si era cominciato bene fin dall’inizio: nel 1946, l’anno della prima edizione, il premio per il miglior film (la Palma d’oro sarebbe venuta dieci anni dopo) andò in un ecumenico ex-aequo, fra gli altri, anche a Roma città aperta, un film che a Roberto Rossellini in patria aveva procurato fino ad allora più delusione che gloria. 

Come miglior film furono premiati nel 1951 Miracolo a Milano di Vittorio De Sica e l’anno dopo Due soldi di speranza di Renato Castellani. La prima Palma d’oro al cinema italiano è del 1960: vinse La dolce vita di Federico Fellini, un film molto criticato in patria. Poi toccò 1966 a Signore & signori di Pietro Germi, e l’anno dopo a Blow Up di Michelangelo Antonioni. 

Nel 1972 sono stati premiati come migliori film Il caso Mattei di Francesco Rosi e La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri; nel 1976 Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola, l’anno dopo i fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno vinto la Palma d’oro con Padre padrone e l’anno successivo Ermanno Olmi con L’albero degli zoccoli. Dopo di lui, ultimo grande vecchio del cinema italiano, Cannes ha premiato soltanto il giovane Nanni Moretti con il riconoscimento al miglior film del 1994 a Caro diario e con la Palma d’oro del 2001 a La stanza del figlio. Tredici titoli in poco più di mezzo secolo, se ci si limita ai massimi riconoscimenti in palio.

Non più di una dozzina i nostri attori che a Cannes hanno vinto i premi maggiori. La prima fu Isa Miranda premiata nel 1949 come migliore attrice per la sua interpretazione ne Le mura di Malapaga, firmato dalla gloria nazionale francese René Clément. Nel 1957 Giulietta Masina ebbe il premio come migliore attrice protagonista per Le notti di Cabiria: quasi un presagio per Fellini che fu premiato tre anni dopo. Nel 1961 la giuria internazionale della Croisette si commosse alle immagini de La ciociara e assegnò a Sophia Loren il premio come migliore attrice protagonista. 

Seguì quasi un decennio di successi dei nostri interpreti: nel 1970 Marcello Mastroianni ebbe il premio da protagonista per Dramma della gelosia di Ettore Scola, insieme con Ottavia Piccolo premiata per Metello di Mauro Bolognini; quindi Riccardo Cucciolla (Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo), Giancarlo Giannini (Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmuller), Vittorio Gassman (Profumo di donna di Dino Risi), Ugo Tognazzi (Tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci), Gian Maria Volontè (La morte di Mario Ricci dello svizzero Claude Goretta), Marcello Mastroianni (Oci Ciornie di Mikita Michalcov) e Virna Lisi (La regina Margot del francese Patrice Chereu).

Dopo è calato il silenzio. Sono ormai parecchi anni, almeno quindici, che il cinema italiano non trionfa a Cannes, ma si deve contentare dei premi assegnati nelle sezioni minori. 

Quest’anno l’Italia non è neanche in concorso per il palmares. Si preannuncia una Croisette amara, dopo gli anni della “grande douceur” (come in Francia hanno tradotto La dolce vita).

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