Sala Umberto. “Notturno di donna con ospiti”. Impareggiabile Giuliana De Sio. Recensione

ROMA – Un’atmosfera tra sogno e realtà attraversa la villetta celeste in un sobborgo a ridosso della metropoli. Ospiti inattesi scuotono la routine delle notti solitarie di Adriana, moglie di Michele, un metronotte, già madre di due bambini e incinta di un terzo. Ogni sera, sempre la stessa vita: cena in solitudine e televisione, fino al giorno in cui arrivano gli ospiti.

Una donna Rosanna, che chiede di entrare in casa per sfuggire a un’aggressione. Modi da vamp e tono beffardo, che accendono in Adriana la spia dei ricordi: non una sconosciuta qualsiasi, ma la sua ex compagna di scuola. E si avvicendano nella memoria immagini della sua infanzia a Napoli. Il padre operaio, succube della madre dalla forte personalità: il dialetto napoletano, le processioni, la nostalgia per quell’epoca. E Il primo amore: Sandro, rifiutato dalla sua famiglia. Alla sua porta busserà anche Arturo, il marito “cornuto” di Rosanna, che tenterà di sedurla col suo fascino televisivo. E persino Sandro, ora un ex galeotto. E infine Michele, che tra lo stupito e il complice si coalizzerà con gli ospiti, in un climax di ansia e terrore, che culminerà con un finale catartico e inaspettato. 

Giuliana De Sio impareggiabile, che ride e piange con convinzione e naturalezza, tale da ipnotizzare il pubblico. Perfetta, nel ruolo della casalinga sola e annoiata, carica di rimpianti di gioventù e appiattita dal grigiore quotidiano. Super è la performance di Gino Curcione, fantasma della madre e del padre di Adriana: interprete “ad hoc” della comicità campana, con la briosità e la drammaticità insita nella tradizione teatrale locale, da De Filippo a Salemme. 

Un’opera metropolitana di Annibale Ruccello, riproposta dalla regia di Enrico Maria Lamanna, in chiave moderna, con riferimenti all’attualità. Una pièce spassosa e allo stesso tempo, meditativa, per riflettere sulle tante realtà degradate che nascondono drammi apparentemente insondabili.

Notturno di donna con ospiti

di Annibale Ruccello, per la regia di Enrico Maria Lamanna

Con Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andre De Venuti, Mimmo Esposito, Luigi Iacuzio.

Scene Roberto Ricci da un progetto di Sergio Tramonti, costumi Teresa Acone, disegno luci Stefano Pirandello

Musiche Carlo Del Nonno

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