Primo piano sull’autore. I ragazzi della scuola alberghiera di Assisi

ASSISI (nostro inviato) Nel Palazzo del Comune di Assisi, quando tra un convegno e l’altro gli studiosi di Primo Piano sull’Autore lasciano la Sala della Conciliazione per la necessaria pausa di ristoro, sono loro, i sedicenni della scuola alberghiera della città di Francesco, a intrattenere gli ospiti dando prova di quel che hanno imparato.

In un momento in cui il pubblico è sempre più attratto dagli chef, mentre i format con le star dell’arte culinaria scalano l’auditel, questi studenti, che hanno il compito di tener alta la bandiera della cucina locale, sanno cavarsela con leggiadria, gusto e misura. Il buffet in piedi facilita gli scambi di conoscenza e di lavoro degli invitati, che sfilano composti davanti alla lunga tavola sulla quale sono disposte le pietanze. Chi avesse pensato di stare a dieta, il più delle volte soccombe alla tentazione. 

“Fagioli borlotti in umido con cotenna di suino”, “Bruschette di pane casereccio umbro con olio spremuto a freddo”, “Affettati e formaggi tipici umbri con glasse di aceto balsamico e mostarde di cipolle rosse e pomodori verdi”, Ciambelloni casarecci”, “Cioccolatini al tartufo nero di Norcia” e poi il rosso d’Umbria, il Bianco e il Rosso di Assisi, il Grechetto doc, il Montefalco rosso. Piatti e bicchieri di plastica rendono veloce e allegro il desco, animato da discorsi sulle nuove frontiere del millennio: e come poteva essere diversamente se l’autore su cui puntano i riflettori è una coraggiosa ricercatrice dello spirito come la regista Liliana Cavani?

Nelle loro linde divise dalle eleganti giacche blù elettrico, gli studenti dell’ultimo anno della scuola alberghiera danno prova del mestiere che, in una zona che molto offre al turismo, dovrà costruire solidi ponti verso il futuro. Tra i “cinematografari” c’è aria di riflessione e di allegria. Si racconta di questo o quel film, di questo o quel regista, delle difficoltà economiche generate dal cambiamento epocale e sul modo di far fronte alle sfide. Si parla di cibo dell’anima, consumando quello che sostiene il corpo: delizioso e fedele alla tradizione di questa terra.

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