Teatro lo Spazio. “Medea” di Antonio Tarantino. 14 – 19 marzo

Lo spettacolo debutta martedì 14 marzo 2017, alle ore 20.30, al Teatro Lo Spazio di Roma, per la regia di Manuel Giliberti. L’atto unico resta in cartellone fino a domenica 19 marzo. La replica dell’ultimo giorno è in programma alle ore 17.

ROMA – Antonio Tarantino usa, manipola e rilegge il mito della maga euripidea  attraverso una sarcastica chiave linguistica e narrativa. L’autore, con la sua “Medea”, è anticipatore e profeta dello scontro che il nostro paese vive oggi rispetto ai fenomeni migratori in corso. 

Lo spettacolo debutta martedì 14 marzo 2017, alle ore 20.30, al Teatro Lo Spazio di Roma, per la regia di Manuel Giliberti. L’atto unico resta in cartellone fino a domenica 19 marzo. La replica dell’ultimo giorno è in programma alle ore 17.

La prospettiva dichiarata del drammaturgo è quella della contemporaneità. La protagonista è, forse, una migrante, che, forse, ha ucciso i propri figli. Nella  “Medea”di Tarantino, l’inumanità della galera diventa, dunque, il racconto della condizione odierna della donna.

Ecco come lo stesso autore descrive il suo personaggio: “È ristretta in uno spazio claustrofobico che divide con una vigilatrice, ristretta anch’essa. La prigioniera è una donna. Straniera. Disperata. Imbarbarita. Che abita, forse, un carcere. Forse, una scatola cranica. La cattività induce alla parola. Il mito greco è solo un ricordo. Tutto è già avvenuto. O, forse, non è avvenuto niente. L’identità viene rimodulata”. 

La rappresentazione diventa così una lunga confessione. Il testo è scritto in versi liberi. In una costante contrapposizione di monologhi tra la prigioniera (Medea) e la sua carceriera (la Vigilatrice). Le due donne si nutrono l’una della presenza dell’altra, pur non comunicando tra loro. Solo alla fine, forse, si riconoscono nella loro natura di vittime dannate. Ma è un attimo, una luce che si spegne nel momento in cui appare.

Il linguaggio, che sembra sfiorare il turpiloquio, appare violento all’ascolto. Ma, come ci ha insegnato Antonio Tarantino, legato fortemente alla scrittura del primo Pasolini, ciò che appare basso è, invece, lo strumento per lanciare un messaggio di straordinario significato morale. 

L’appassionata regia di “Medea”è firmata da Manuel Giliberti. La sua messa in scena “riscrive” il mito classico. Condividendone il valore dei principi assoluti. Da difendere. A qualsiasi costo. Giliberti non arretra di fronte alla disperazione dei due personaggi. Eppure, solidarizza con il loro delirio iconoclasta. 

Le due protagoniste sulla scena sono la dolente Medea di Cristina Borgogni e la sardonica Vigilatrice di Annalisa Insardà. Lo spettacolo è un progetto di Verso Argo produzioni.Le scene e i costumi sono curati da Rosa Lorusso. Le musiche sono opera di Antonio Di Pofi, storico collaboratore di Giliberti. L’aiuto regista è Martina Pensa. L’organizzazione generale è di Giovanni Ragusa. 

“Medea” di Antonio Tarantino

CAST & CREDITS 

regia

Manuel Giliberti

interpreti

Cristina Borgogni (Medea)

 Annalisa Insardà (Vigilatrice)

progetto teatrale

Verso Argo produzioni

scene e costumi

Rosa Lorusso

musiche

Antonio Di Pofi

aiuto regia

Martina Pensa

organizzazione generale

Giovanni Ragusa

BIOGRAFIE

Manuel Giliberti. Regista, sceneggiatore e scenografo. Nasce a Siracusa. Vive e lavora a Roma. Inizia la sua attività artistica come scenografo teatrale negli anni Ottanta. Collabora con i registi Glauco Mauri, Maurizio Nichetti e Krzysztof Zanussi. Tra le sue ultime regie teatrali figura, nel 2014, Verso Argo, una riscrittura di testi classici, a cura di Eva Cantarella. Nel 2015, firma la regia di Elektra di Hofmannstahl. Lo stesso anno porta in scena Ratpus di Massimo Maugeri e Interno di casa con bambola, tratto da Ibsen. Costante e continuo il suo rapporto artistico con Piera Degli Esposti, protagonista di molti suoi allestimenti. Alla grande attrice dedica il volume Il Teatro di Piera Degli Esposti.

Al cinema, Giliberti cura la scenografia di Aurelio Grimaldi per Nerolio – Sputerò su mio padre e Un nuovo giorno. Collabora, tra gli altri, anche con Diego Ronsisvalle, per Gli Astronomi (Globo d’oro 2003) e con Nello Correale, per Sotto gli occhi di tutti. Lavora per Rai Uno alla serie Nebbia in Val Padana di Felice Farina. Nel 2002 gira il documentario Giovanni Falcone – I giorni della speranza, evento speciale al Festival di Taormina. Quattro anni dopo firma la regia del suo primo lungometraggio: Lettere dalla Sicilia, con il quale vince il Globo d’oro. In seguito gira Piera e il boxeur, un documentario-intervista con Piera Degli Esposti. Nel 2012 gira il suo secondo film per il cinema, Un milione di giorni.In seguito firma il documentario Bastava una notte, che affronta il fenomeno dell’emigrazione siciliana in Tunisia nel secolo scorso. Il film riscuote un interesse europeo e internazionale.

Cristina Borgogni. Attrice e autrice. Nasce a Firenze.Vive e lavora a Roma.È laureata in Giurisprudenza. Si diploma alla Bottega di Vittorio Gassman. Scrive una commedia con Eduardo De Filippo e debutta come protagonista per la regia dello stesso attore e drammaturgo. Lavora con i più grandi registi e attori italiani. Da Carmelo Bene a  Giorgio Albertazzi, da Glauco Mauri a Luca Ronconi. Vanno ricordate anche le sue collaborazioni con Marco Parodi, Fulvio Cauteruccio, Walter Manfrè, Walter Pagliaro, Edmo Fenoglio, Patrick Rossi Gastaldi, Federico Tiezzi, Nanni Garella, Mario Ferrero, Giuseppe Venetucci, Nicasio Anzelmo e Otmar Kreyca.

Negli ultimi anni scrive e dirige uno spettacolo, rappresentato in tutta Italia, su Ildegarda  di Bingen, scienziata e santa del Medioevo. Nella messa in scena di Giliberti affronta una Medea prigioniera. Spogliata dalla sacralità del mito ma rivestita dai dolori contemporanei, approfondisce ulteriormente il tema della cattività fisica e psichica umana.

Annalisa Insardà.Attrice e autrice. Nasce a Polìstena (Reggio Calabria). Vive e lavora a Roma.Si diploma all’Accademia d’arte drammatica della Calabria di Luciano Lucignani. A teatro è diretta da una serie di registi, tra i quali: Paolo Giuranna, Franco Però, Antonio Calenda, Manuel Giliberti, Peter Stein e Jean Pierre Vincent. Nel 2013 scrive, dirige e interpreta lo spettacolo Reality shock.

Al cinema, lavora ancora con Giliberti. Ma anche con Paolo Modugno, Fernando Muraca, Luca Fortino e Matteo Scarfò. È protagonista di una serie di corti. Ma scrive numerosi copioni per il cinema breve. È attiva anche in televisione. Dove è inviata del programma di Rai Due Il verificatore di Roberto Giacobbo. Recita per i film tv di Marco Tullio Giordana, Michele Soavi, Luigi Perelli. Gira una serie di spot, diretta da Alessandro D’Alatri e Tommaso Agnese. 

                                                  

Antonio Di Pofi. Compositore. Nasce a Roma, dove vive e lavora. Si diploma in pianoforte e in composizione al Conservatorio “Santa Cecilia” della capitale. Compone le musiche di scena per oltre duecento allestimenti, collaborando con numerosi autori e registi: Giorgio Albertazzi, Giovanni Anfuso, Luca Barbareschi, Claudio Boccaccini, Maricla Boggio, Francesco Branchetti, Duccio Camerini, Vittorio Caprioli, Ennio Coltorti, Luca De Fusco, Manuel Giliberti, Enrico Maria Lamanna, Piero Maccarinelli, Alessandro Maggi, Walter Manfrè, Giuseppe Manfridi, Roberto Parafante, Umberto Marino, Mario Moretti, Lluis Pasqual, Franco Però, Alvaro Piccardi, Virginio Puecher, Sergio Rubini, Enzo Siciliano, Paolo Valerio.

Di Pofi firma la prima colonna sonora cinematografica nel 1989, per La stazione di Sergio Rubini. Seguono le musiche per i film di Claudio Bigagli, Duccio Camerini, Giacomo Faenza, Lucio Gaudino, lo stesso Giliberti, Ugo Fabrizio Giordani, Simona Izzo, Umberto Marino, Francesco Laudadio, Enrico Oldoini, Giuseppe Piccioni e Maurizio Ponzi.

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