Libri. Diversamente ricchi, un’utopia reale

ROMA – Dal 13 luglio, Avaaz ha iniziato la raccolta delle firme a sostegno del Commissario europeo per il mercato Michel Barnier che ha puntato i piedi contro la potente lobby delle Banche internazionali. Barnier vuole promuovere una riforma che metterebbe (il condizionale è d’obbligo) “dietro le sbarre i banchieri che commettono frodi contro i cittadini”. Come scrive il comunicato di Avaaz «Se l’Ue facesse il primo passo, poi tutto il mondo potrebbe seguire».

Questa è solo una delle tante iniziative contro lo strapotere delle banche che, quando scoperte a rubare milioni di euro a cittadini ignari,  pagano solo piccole, indecenti, multe. I responsabili dei crimini non vengono né cacciati dalle banche né perseguiti a termini di legge, ma, avendo fatto guadagnare miliardi alle loro aziende, vengono regolarmente promossi.

Molti cittadini ormai sanno di queste continue truffe da parte dei banchieri protetti dai politici. Sanno ma percepiscono questo stato di cose come qualcosa di fatale a cui non ci si può opporre. Credono, finché non vengono coinvolti personalmente in qualche dramma finanziario, che questo ‘andazzo’ tutto sommato sia normale e che comunque loro non possono certamente opporsi al ‘sistema’. Credono anche che i banchieri truffatori in vestito grigio tutto sommato facciano il loro dovere, perché la mentalità che dice homo homini lupus è molto diffusa. Tant’è vero che quando il giornalista Paolo Barbard  il 25 maggio scorso durante la trasmissione L’ultima parola di Rai2 ha definito il presidente del consiglio Mario Monti “criminale e bugiardo”, si è gridato allo scandalo e certamente per il giornalista eretico si riapriranno le porte dell’oblio mediatico.

In questi ultimi due anni c’è stato un movimento che ha creato un’informazione ‘clandestina’ – quella della rete – la quale ha informato, in tempo reale, i cittadini dei fatti criminali che stavano accadendo intorno a loro.
Sono stati scritti anche alcuni libri importanti che hanno spiegato le cause della crisi e che, invocando la ribellione civile, si sono schierati al fianco degli indignados europei ed americani. La Trappola di Andrea Ventura, Etica oggi di Michela Marzano, Etica minima di Pier Luigi Rovatti, Indignatevi di Stéphane Hessel, sono libri che tracciano una linea ben definita tra ciò che è eticamente umano e ciò che non lo è.

Mancava però un libro che parlasse di una pars construens, che indicasse una “Via d’uscita da un modello di società creato dal neocapitalismo finanziario”. Questa ultima frase virgolettata è il sottotitolo del libro del giornalista Carlo Patrignani, Diversamente Ricchi, Castelvecchi editore, da pochi giorni nelle librerie.

Il libro apre con 94 pagine scritte dall’autore in cui, partendo dalla realtà economica e sociale attuale, svolge poi un pensiero coerente per giungere alla proposizione di una rivoluzione culturale capace di ‘domare’ questa ‘crisi’ tramutandola in un fenomeno positivo che dia forma ad una società “umanamente compatibile”.
Patrignani ci ricorda che la parola crisis deriva dal verbo greco crìno (giudico, scelgo, distinguo, separo) e che quindi durante una crisi si può scegliere da che parte andare. Da una crisi si può uscire devastati ma anche arricchiti. Ancora più interessante il fonema cinese che contiene il concetto di crisi: wei-chì. Espressione verbale composta da due parole “opportunità” e “pericolo”.

Partono da queste premesse anche gli economisti, i sindacalisti, i politici italiani ed europei che nella seconda parte del libro parlano della crisi, delle sue cause, e dei modi per rivolgerla a beneficio degli esseri umani.

L’autore per descrivere questo “modello di società diverso” ci parla di coloro che già negli anni ‘60 avevano visto chiaramente una tragica negatività insita nel sistema capitalistico che avrebbe portato esattamente al punto in cui siamo ora. Il socialista ‘eretico’ Riccardo Lombardi già nel 1967 si contrappose ad una logica di mercato che avrebbe devastato culturalmente i paesi ‘ricchi’ proponendo un’idea lungimirante e rivoluzionaria: quella di «una società diversamente ricca». Questa idea, molto approfondita dall’autore nel suo precedente libro Lombardi e il fenicottero, «si è rivelata – scrive Carlo Patrignani – così sorprendentemente attuale e valida da poter essere presa in considerazione come una ipotetica “via d’uscita” dalla grave crisi finanziaria».

Cambiare il sistema plutocratico che devasta, spostandosi continuamente, come uno sciame di cavallette vaste zone del territorio mondiale è possibile dice Patrignani. Cambiare è “un’utopia reale” lo dimostrano realtà sociali come quelle dell’Islanda dove i cittadini hanno ripreso la sovranità nazionale soppressa dalle banche, e dai politici corrotti loro complici, che sono stati poi processati per i loro crimini. L’ex premier islandese Haarde è comparso «davanti ad un tribunale speciale per “la grave negligenza nel disastro finanziario del 2008».

Nel libro viene raccontato in che modo i cittadini islandesi si si sono ribellati, e come, dopo solo tre anni, il Pil del paese sia già in crescita e la disoccupazione si stia riducendo drasticamente. Come dice l’autore «quella Islandese è stata definita una “rivoluzione silenziosa” per essere stata a lungo nascosta dai media per il suo alto potenziale di contagio». Ad esempio dai media italiani guidati da personaggi come Eugenio Scalfari ormai divenuto l’alfiere della plutocrazia italiana guidata da Monti.
Quindi non è un sogno utopico pensare di creare una società ‘diversamente ricca’, ma un’utopia reale: Patrignani ci parla anche di quel meraviglioso fenomeno sociale tutto italiano, cioè la vittoria del referendum contro la privatizzazione di un bene comune come l’acqua. Successo dei cittadini, ottenuto non per l’aiuto, ma nonostante il tradimento del maggior partito della sinistra italiana.

L’autore dice molto chiaramente che una possibile abolizione del sistema plutocratico deve passare necessariamente attraverso una profonda rivoluzione culturale. Per fare una rivoluzione di questo genere ci vogliono due cose fondamentali indissolubili: il rifiuto del corpo e le idee della mente che reagendo all’oppressione creano un pensiero nuovo. E qui Patrignani è geniale perché individua nelle parole scritte già quarant’anni fa dallo psichiatra Massimo Fagioli la chiave per fuggire dai castelli incantati del marxismo, che non sa guardare oltre i bisogni materiali, e del liberalismo senza più regole: « Bisogni ed esigenze. Le esigenze sono proprie della realtà umana. – scriveva Massimo Fagioli il 31 marzo del 2006 sulla rivista left – I bisogni, se non vengono soddisfatti, fanno morire il corpo. Le esigenze, se non vengono realizzate, fanno morire la mente (…) Senza equivoci; senza diversità nella soddisfazione dei bisogni del corpo che sono uguali per tutti; libertà nella realizzazione delle proprie esigenze originali in ogni essere umano. (…)  La libertà … la diversità è l’obbligo di essere esseri umani; ricreare la mente della nascita, sempre.»
Patrignani nel suo libro svolge bene il compito di illustrare questo ed molti altri pensieri che parlano di “utopie reali” che a noi per ovvie ragioni di spazio non è consentito.

Nella seconda parte del libro gli ospiti parlano di crisi e di alternative al sistema plutocratico ognuno a loro modo … secondo le loro esigenze direbbe Fagioli.
Interventi appassionati ed incisivi, come quello dell’economista Bruno Amoroso professore emerito dell’Università di Roskilde, o come quello del Segretario generale della CGL Susanna Camusso, si alternano a  discorsi più ‘politici’ che sembrano non possedere il peso specifico che dovrebbero avere per avvicinarsi a quella fusione tra suono articolato e immagine sottostante che da senso e contenuto alle parole.
È comunque molto interessante come i vari interventi, pur conservando una omogeneità di intenti, poi si  differenzino tra loro. Il discrimine non è tanto nelle idee espresse, è nella passionalità:  alcuni interventi, sono accesi da un forte pathos che, in altri interventi più ‘politicamente corretti’,  si intiepidisce sino a spegnersi.
Il discrimine sta tra una parola che viene rispettata nella sua essenza divenendo portatrice di senso e parole altisonanti messe lì in bella mostra come tanti bellissimi vestiti alla moda che nascondono un latente non ben identificabile.

Forte sale, in mezzo a qualche pigolio, il ruggito di Bruno Amoroso che senza mezzi termini ci parla di un tradimento della classe dirigenziale italiana che, pur avvertita da economisti di talento come Federico Caffè degli intenti predatori della sovrastruttura finanziario-borsistica, hanno seguitato perseguendo la strada del guadagno senza regole che si può chiamare anche crimine. A Caffè, il grande economista scomparso misteriosamente nel 1987, era chiaro già dagli anni ’70 il «gioco spregiudicato di tipo predatorio ai danni delle famiglie, dei risparmiatori e degli stessi imprenditori». Ormai, scrive Amoroso, parlando di un ipotetico governo europeo, nonostante gli avvertimenti di Caffè, (e di altri economisti rinchiusi da chi domina la diffusione delle notizie in un limbo mediatico) «siamo precipitati nell’assurdo: al posto del governo si è insediata una Banca che pretende di governare 17 paesi». E poi fa un lungo elenco di persone, da Mario Monti a Mario Draghi, da Peter Sutherland a Lucas Papademos, ed altri, i quali, dopo aver fatto danni per anni come dirigenti della Goldam Sachs ora stanno ai posti di comando delle ormai quasi defunte democrazie europee.
«Quindi insisto, – scrive Amoroso – questa non è una crisi finanziaria, ma il risultato di politiche programmate per realizzare l’esproprio dei risparmi di milioni di persone, nei Paesi europei ma anche a livello mondiale. Più che di crisi si tratta di una truffa, di un esproprio organizzato dai sistemi finanziari accompagnati da misure legislative tutte funzionali a questo esproprio». Più chiaro di così!

Non è un caso che si parli, da qualche settimana, di Quarto reich: gli uomini che conducono in modo disumano questo sistema finanziario europeo vedono i cittadini che pretendono democrazia e trasparenza esattamente come i nazisti vedevano il popolo ebraico … solo un “fastidioso dettaglio” da eliminare.

Nel libro di Carlo Patrignani si respira una nuova aria perché ci propone una rivoluzione culturale,  – capace di sovvertire il ‘destino economico’ –  che pone al centro della società democratica l’essere umano immerso nella sua naturale socialità esistenziale.

 
Scheda

Titolo: Diversamente ricchi; via d’uscita da un modello di società creato dal neocapitalismo finanziario

A cura di Carlo Patrignani; con interventi di Bruno Amoroso, Susanna Camusso, Riccardo Cappellin, Guglielmo Epifani, Stefano Fassina, Paolo Leon, Shayn McCallum, Gianni Pittella, Alessandro Roncaglia, Giorgio Ruffolo, Martin Shulz, Catherine Trautmann.

Editore: Castelvecchi RX

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