Torna in libreria, grazie all’editore Mesogea, “Poema umano” di Danilo Dolci, introvabile raccolta lirica, dopo la prima pubblicazione del 1974 con Einaudi. In esso è contenuta una sofferta sintesi della riflessione poetica di Dolci sull’uomo e sul mistero della vita.
Danilo Dolci scrive nella premessa: “In un momento di saggezza, verso i venticinque anni, ho bruciato tutto, millecinquecento versi, allora li contavo”. (…) Poiché molte antologie scolastiche, sempre più frequenti, riportavano mie pagine di poesia, e stavano per apparire raccolte in diverse lingue, ho riletto tagliato e riscritto quanto mi pareva utile rimanesse … “
Fermo restando che la “saggezza” nel bruciare la produzione giovanile è solo un opinabile punto di vista, “Poema umano” essenzializza la personalità e l’impegno di Danilo Dolci: uomo in cui il pensiero era coerente all’azione e la poesia prassi quotidiana. Si ricordi che Dolci fu anche architetto, sociologo ed educatore, protagonista di iniziative per la piena occupazione, la distribuzione dell’acqua, la democrazia, pioniere della lotta alla corruzione politica. Tra i primi a indicare nella crescita cultural-creativa di ciascuno una possibilità di progresso.
Stupisce, nel rileggere oggi Danilo Dolci, la modernità del suo pensiero: più vicino all’attualità di un mondo globalizzato e interconnesso, che a quello dei suoi contemporanei. Stupisce la sua preoccupazione ecologica per la conservazione del pianeta, il sentirsi parte di una galassia di cui si ciba e nutre, testuale: “Mangiare è un dramma cosmico. Accetto di mangiare per poter farmi mangiare” .
Per Danilo Dolci – secondo una lettura dell’ecosistema che oggi molti fan propria – niente esiste a sé stante, ogni cosa è interdipendente: concetto basilare per la sopravvivenza stessa, dove ognuno è “creatura di creature” e da ciò scaturisce la prosecuzione, o la distruzione, della vita. Ostacolo alla crescita umana, per Danilo Dolci, il non sentirsi parte integrante dell’universo. Egli scrive:
Un limite dell’uomo
è che raggiunge appena qualche oggetto
con i suoi miopi sensi, tra miriadi,
ne intravede un barbaglio,
e rozzo lo sega, lo slega
del suo resto vitale, da radici
che arrivano lontane negli spazi
e nel tempo. I suoi limiti
gli rendono possibile un’impresa
impossibile:
uno,
qualcosa esista a sé.
Danilo Dolci
Poema umano
Mesogea editore
Pagine 261
Euro 16