“Papà Goriot”, la dedizione morbosa secondo Balzac. Recensione

Honoré De Balzac è universalmente considerato uno dei più grandi scrittori francesi del secolo diciannovesimo per il realismo dei suoi romanzi, che offrono un ritratto vivo dell’aristocratica e della nascente borghesia del tempo. Le descrizioni degli ambienti e dei tipi psicologici sono così precise e approfondite da divenire archetipi. “Papà Goriot”, scritto nel 1834 è, in questo senso, uno dei più rappresentativi della “Commedia umana”, per la complessità dei personaggi, prototipo ciascuno di certa condizione universale.

Il romanzo dipinge la pensione di Madame Vouquer, dove alloggiano, tra gli altri, uno studente universitario, Eugène de Rastignac; un inquietante signore di nome Vautrin; e Papà Goriot, pastaio in pensione. Papà Goriot ha due figlie, Anastasie e Delphine, per le quali stravede. Le due hanno sposato rispettivamente un conte e un banchiere innalzando, grazie all’umile e strenuo lavoro del padre, la loro condizione sociale. Le figlie sono però irriconoscenti e si rivolgono a papà Goriot solo per soddisfare il loro bisogno di denaro, mentre lui le protegge senza limiti. Quello di Goriot è un sentimento patologico e il suo masochismo lo espone a concreti pericoli. 

S’intrecciano alla vita di Papà Goriot gli altri pensionanti: l’ambizioso studente Eugène de Rastignac, attratto dalla bella società che scala seducendo donne altolocate, tra cui Delphine, una delle figlie di Papà Goriot; e il signor Vautrin, che si rivelerà essere un delinquente.

Oltre all’analisi profondissima di un amore paterno eccessivo e diseducativo anche per le destinatarie; Balzac in quest’affresco mette in luce l’ansia di elevazione sociale con qualunque mezzo; la bulimia di denaro capace di corrodere gli affetti e di piegare le migliori intenzioni.  Un ambiente culturalmente produttore di avidità, chiuso nella precarietà dell’arrivismo, privo di quei legami morali che solo possono dare certezza e benessere. Papà Goriot, semplice operaio che ha fatto fortuna con il proprio lavoro, non raccoglie il frutto di ciò che ha seminato, perché al germoglio serve un terreno che la società non prepara: tema attualissimo.

“Papà Goriot” di Honoré de Balzac è un classico di circa 320 pagine, pubblicato da molti editori. Anche in e-book.

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