“Corpo a corpo. Estetica e politica nell’arte italiana degli anni Sessanta” di Carlotta Sylos Calò. Recensione

Negli anni sessanta si parlava di “fantasia al potere”: nel campo dell’arte lo è stata davvero? In Corpo a corpo. Estetica e politica nell’arte italiana degli anni Sessanta” di Carlotta Sylos Calò, edito da Quodlibet Studio, si cerca di dimostrare che questo è realmente accaduto, anche se per un breve periodo di tempo.

L’autrice realizza una monografia quanto mai necessaria nell’intervallo che va dal 1959 al 1969. Uno studio che è insieme analisi, approfondimento e sintesi delle vicende dell’arte nel nostro paese, in particolare di quella figurativa ma non solo, in relazione alle trasformazioni dello storico decennio.

 Nel testo si snoda lo scambio che ha contraddistinto il periodo tra creazione artistica, riflessione teorica, militanza critica e sfera politica, quest’ultima intesa quale capacità di interrogare gli eventi sociali, liberando forma e sensi, allenando l’intuito. Protagonisti del saggio sono gli artisti e i critici impegnati in un “corpo a corpo” con il presente – definizione che molto bene rigenera l’aria del tempo e le sue battaglie – dove l’arte si fa strumento per la comprensione dell’esperienza e per la definizione dell’identità individuale e collettiva. Seducono le descrizioni degli ambienti artistici della capitale.  Ha fascino il racconto dello “scandalo” dei Sacchi di Alberto Burri – per intenderci Burri creava usando iuta incatramata, spesso unta e lacera – che Carlotta Sylos Calò passa in rassegna a confronto con lo stile degli americani. Prezioso il cesello sulle vicende dell’arte povera che seguiamo fino allo scioglimento del suo gruppo. 

Sullo sfondo alcune voci autorevoli – tra cui Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco – tracciano il profilo del paese, interpretando le tendenze nel loro rapporto con il passato e il futuro. Carlotta Sylos Calò rilegge il decennio alla luce degli avvenimenti culturali, riporta documentati dibattiti e analisi di opere, inchieste, mostre; attraversa questioni che infuocavano la platea, quali la società di massa, l’alienazione, il mercato.  Temi fondanti la ricerca di un equilibrio nuovo tra valori individuali e comunitari, la tensione a definire il ruolo dell’artista in seno alla società. “Corpo a corpo. Estetica e politica nell’arte italiana” ci restituisce di questo decennio, per molti sinonimo di straordinaria forza creativa, un’immagine dell’arte e dell’artista come elementi che hanno inciso sul mondo reale, semi di un modo di sentire e vedere i cui fiori sono vivi ancora oggi.

Carlotta Sylos Calò

Corpo a corpo

Estetica e politica nell’arte italiana degli anni Sessanta

Quodlibet Studio.  Anno 2018

 pp. 296   Euro 24

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