“Via del Riscatto” di Mariolina Venezia. La nuova indagine di Imma Tataranni. Recensione

La prima stagione di “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”, la nuova fiction di grande successo targata Rai, è appena terminata, e già migliaia di fan si domandano quando inizieranno le riprese della seconda attesissima serie.

Ma prima che Immacolata Tataranni, akalo sceriffo di Matera, prendesse le sembianze della talentuosa (e molto alta!) Vanessa Scalera, tra le pagine scritte da Mariolina Venezia, Imma è una donna alta un metro e mezzo e larga altrettanto, con indomabili capelli color ruggine, il gusto dell’orrido in fatto di abbigliamento e la memoria di ferro, oltre al proverbiale e ben noto caratteraccio. Dunque, per resistere al meglio ai mesi di “astinenza” che li attendono, non c’è miglior modo, per tutti i sostenitori della serie che ancora non l’avessero fatto, di conoscere più a fondo il personaggio di Imma attraverso la lettura dell’ultimo libro della sua creatrice, Mariolina Venezia, intitolato “Via del Riscatto”, ed edito da Einaudi.

Il Carnevale sta finendo e Imma è a passeggio col marito Pietro, la figlia Valentina, i cognati e alcuni amici per le vie di una Matera bella e fredda da togliere il fiato, quando sente uno sparo che squarcia il silenzio. La comitiva cerca di persuaderla che si è trattato solo di un petardo sparato in una giornata di festa, ma la piemme dal tacco 12 sa riconoscere un colpo d’arma da fuoco. E infatti, passata la festività, in Procura arriva un nuovo caso: il cadavere di un chiacchierato agente immobiliare è stato ritrovato nell’antico Palazzo Sinagra di via del Riscatto, proprio dove Imma ha sentito sparare. L’uomo è stato freddato da un unico colpo mortale di arma da fuoco.

Con la grinta che la contraddistingue, Imma si getta a capofitto in un’indagine difficile come un rebus che, tra donne fatali, uomini infedeli, speculazioni edilizie, pettegolezzi di provincia e, perfino, un misterioso fantasma che infesta la scena del crimine, la porterà a bussare a molte porte, scoprendo verità sempre più scomode. Oltre all’insofferenza verso il procuratore capo Vitali, pari almeno a quella nei confronti dell’ingombrante suocera, Imma si troverà a fare i conti coi sensi di colpa per il guaio fatto assieme al Maresciallo Calogiuri, che la fa sentire un’Anna Karenina in salsa materana: il bacio appassionato che si sono scambiati alla fine della precedente indagine (e che ha fatto saltare sulla sedia anche tutti i telespettatori della fiction). Più Imma cerca di far finta di niente e di concentrarsi sulle indagini, più Calogiuri è roso dalla gelosia, sentendosi un toy boy prima usato e poi messo da parte.

Uno dei punti di forza della fiction liberamente tratta dai romanzi è, senza dubbio, il contributo, per soggetto e sceneggiatura, da parte della stessa Mariolina Venezia che, dopo averla creata per tutti i lettori, è riuscita a dare ancora più corpo alla sua Imma anche sul piccolo schermo, senza stravolgerla nello spirito e nella personalità. Non capita spesso, ma quando capita è esaltante: poter passare dal libro allo schermo, e viceversa, con altrettanta soddisfazione, è un piacere sia per chi legge, sia per chi guarda. E se, come ciliegina sulla torta, c’è lo stile ironico ed esilarante di Mariolina Venezia, superba narratrice e ottima giallista, sempre attenta alla cronaca e alla realtà, qualche licenza poetica nelle procedure è concessa ben volentieri anche dai puristi, pronti a lasciare spazio ai sognatori.

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