Stones a Roma, in vendita nuovi biglietti

Grande attesa per il concerto del gruppo di Mick Jagger il 22 giugno al Circo Massimo

ROMA – La Capitale si prepara per l’evento rock dell’anno. Sono partiti ufficialmente i lavori al Circo Massimo per il concerto dei Rolling Stones in programma domenica 22, unica data in Italia del tour mondiale “14 on Fire”. E a seguito di un aumento di capienza dell’area riservata al concerto, a partire dalle 11 di venerdì è stata messa in vendita, sul circuito ‘TicketOne’, una nuova limitata dotazione di biglietti. Sono stati 50.000 i biglietti venduti in meno di due ore all’apertura delle prevendite. Un grande evento (a pagamento, costo del biglietto 78 euro più prevendita) aperto da John Mayer e durante il quale la band proporrà brani indimenticabili scegliendo dal proprio repertorio classici come “Gimme Shelter”, “Paint It Black”, “Jumping Jack Flash”, “Tumbling Dice”, “It’s Only Rock ‘N’ Roll”, più alcune inaspettate “chicche” musicali. L’evento è patrocinato da Roma Capitale, presentato in Italia da D’Alessandro e Galli in accordo con Rock in Roma. 

Pur essendo il gruppo rock più longevo in attività, è nel decennio degli anni 60 che hanno espresso musicalmente il loro momento migliore.

Originariamente chiamato the Rollin’ Stones, il gruppo destinato a cambiare la storia del rock nasce dall’unione di Mick Jagger, Keith Richards, Brian Jones e Ian Stewart. Jagger e Richards sono compagni di scuola con in comune un grande amore per il R&B nero e per musicisti come Chuck Berry, Muddy Waters e Bo Diddley. Ad occuparsi di loro è inizialmente il celebre musicista di blues bianco Alexis Korner, che li fa debuttare al Marquee di Londra il 21 luglio 1962. Alla fine di quello stesso anno il bassista Bill Wyman rimpiazza Dick Taylor, mentre prosegue una sarabanda di sostituzioni alla batteria fino ad arrivare, agli inizi del 1963, alla scelta di Charlie Watts. Gli Stones si pongono subito come il contro altare trasgressivo dei più pacifici e tranquillizzanti Beatles, scandalizzando le platee per le movenze sinuose ed erotiche del cantante Mick Jagger oltre che per la cattiva reputazione che aleggia sugli altri componenti del gruppo, e in particolar modo su Jones e Richards.

Il loro primo album, “The Rolling stones”, viene pubblicato nel ’64 e contiene soltanto materiale di altri autori, ma gli Stones dimostrano di poter fare meglio con il terzo singolo, “Not fade away” (un’altra cover, questa volta di un grande successo di Buddy Holly). Un primo tour degli Stati Uniti si rivela comunque prematuro e vede gli Stones tornare in patria stanchi e frustrati: ma tutto è ormai pronto per il grande salto e la cover di “It’s all over now” dei Valentino’s procura loro il primo numero uno in classifica. Il 1967 inizia con un ottimo singolo a doppia facciata A, “Let’s spend the night together”/”Ruby tuesday” che però, proprio come “Penny Lane”/”Strawberry fields forever” dei Beatles, non raggiunge il primo posto in classifica. L’album che ne accompagna l’uscita, Between the buttons, rappresenta l’ultimo sforzo di collaborazione con il manager Oldham il quale, sempre meno entusiasta degli atteggiamenti bohemienne del gruppo, decide di cedere le sue quote al partner Allan Klein. Dal canto loro Jagger e Richards pensano bene di farsi arrestare per possesso di droga, imitati poco dopo da Brian Jones. Le pene comminate ai tre sono pesanti e condizionano non poco l’attività artistica del periodo: a ricordo di quell’esperienza, il singolo “We love you” presenta in sottofondo il rumore di una cella che si chiude. Il salto nel mondo lisergico e psichedelico già esplorato dai Beatles di “Sgt. Pepper’s…” avviene con “Their Satanic Majestic Request”, che manca però di un indirizzo preciso e propone melodie più inerti e meno convincenti delle precedenti. Per tornare ad ascoltare gli Stones al loro meglio bisogna aspettare l’estate del 1968 con l’uscità di “Jumpin’ jack flash”, singolo che anticipa un ottimo album, Beggar’s Banquet, in cui figurano brani mitici come “Street fighting man” e “Sympathy for the devil”. Mentre il gruppo inizia a recuperare salute, Brian Jones sembra precipitare nei labirinti della droga: le gelosie nei confronti di Mick Jagger si acuiscono e il “furto” della sua ragazza Anita Pallenberg da parte di Richards è la goccia che fa traboccare il vaso. Nel giugno del 1969 Jones lascia il gruppo, e soltanto un mese dopo viene ritrovato morto annegato nella sua piscina. Due giorni dopo il gruppo celebra l’ex-amico scomparso con un concerto gratuito ad Hyde Park (Londra), cui partecipano 250 mila persone. Ma i drammi non sono finiti: tre giorni dopo tenta il suicidio (senza riuscirci) la fidanzata di Jagger, Marianne Faithfull. Con questi eventi si conclude in un certo senso il primo capitolo della storia degli Stones.
Il nuovo corso inizia con un misto di successo e di disgrazie: il singolo “Honky tonk women” li tiene a lungo al numero uno delle classifiche, ed eccezionale è anche il nuovo album, Let it Bleed, che contiene classici come “Gimme shelter”, “You can’t always get what you want” e “Midnight rambler”. Il gruppo, di cui ora fa parte il chitarrista Mick Taylor, già con i Bluesbreakers di John Mayall, si esibisce al Festival di Altamont in California in una tragica notte in cui un Hell’s Angel addetto al servizio d’ordine uccide a coltellate uno spettatore durante l’esecuzione di “Under my thumb”. La tragedia viene filmata e diventa un film distribuito l’anno successivo, “Gimme shelter”.

Con la prematura scomparsa di Brian Jones, finisce la ricerca creativa del gruppo e Mick Jagger diventa il leader assoluto dei Rolling Stones. 

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