King Crimson. “Red”, il canto del cigno

Nel 1974 esce l’ultimo album in studio dei primi King Crimson

“La disciplina non è mai fine a se stessa 

ma solo un mezzo per raggiungere un fine”

(Robert Fripp)

King Crimson, genialità e travagli

I King Crimson sono stati uno dei gruppi più influenti e significativi del rock inglese degli anni Settanta. Nel corso della loro travagliata carriera non si sono mai piegati ai voleri delle case discografiche e non sono mai scesi a patti con le leggi del mercato. Robert Fripp ha sempre concepito la musica come qualcosa di profondo, sacrale e concettuale. Amati e stimati dalla critica specializzata, i King Crimson, non hanno mai avuto un grande successo di pubblico e di vendite per una serie motivi: nessun compromesso verso soluzioni ‘commerciali, la cronica instabilità della formazione, l’estrema complessità delle composizioni e una forte avversione di Robert Fripp per apparire in tv o dare interviste. Dopo sei album ‘cult’ i King Crimson, ridotti ormai ad un trio, nel 1974 si riunirono per comporre quello che sarà l’ultimo disco in studio per tutti gli anni ’70. Robert Fripp, il leader musicale e spirituale del gruppo, già aveva deciso di sciogliere definitivamente la gloriosa band. Il batterista Bill Bruford e il bassista-cantante John Wetton seppero la notizia dal chitarrista all’inizio delle registrazioni con le seguenti parole: “Il lavoro in corso non ha più alcuna importanza”. Forse proprio per il fatto che i tre musicisti si apprestavano ad incidere il loro ultimo album come King Crimson, le session furono serene, tranquille e molto creative.

John Wetton convinse Fripp per far partecipare il sassofonista Ian McDonald (uno dei fondatori del gruppo nel 1968) e anche altri session man come Mel Collins al sax soprano, Robin Miller all’Oboe e Mark Charig alla Cornetta. Inoltre, anche il violinista-tastierista David Cross (licenziato alla fine del tour del luglio del 1974) venne richiamato in studio, dove partecipò anche come valente compositore. “Red”, purtroppo fu il canto del cigno dei King Crimson che tornarono in sala solo nel 1981.

“Red”, pura energia ‘colta’

Alla fine del tour statunitense durato tre mesi, i King Crimson si riunirono agli Olympic Studios di Londra e tra luglio e agosto del 1974 e registrarono “Red”, uno dei loro dischi con un sound più duro e aggressivo. L’album è composto da cinque brani, tra cui la maestosa mini suite “Starless”, una delle migliori composizione di sempre della band britannica. Il disco si apre con la strumentale “Red”, una composizione dominata dalla chitarra distorta di Fripp e da un drumming molto creativo di Bill Bruford che si cimenta in tempi inusuali per il rock come il 5/8 e il 7/8. Nella seguente “Fallen Angel”, Fripp suona per l’ultima volta la chitarra acustica in un brano molto intenso con interventi del violino e mellotron.

Chiude la prima facciata “One more Red Nightmare” in cui Ian McDonald suona il sax alto.

La seconda facciata si apre con “Providence”, brano strumentale in bilico tra il free jazz e la musica classica contemporanea. Chiude il disco la splendida “Starless”, un brano di oltre dodici minuti in cui i King Crimson mettono in mostra il loro concetto di creatività: una prima parte melodica è sorretta dalla voce di John Wetton e dal mellotron suonato da Fripp; in più si notano interessanti interventi in contrappunto del sax soprano di Mel Collins. La seconda parte strumentale è uno straordinario crescendo cromatico dominato dall’intercedere lento del basso che disegna la melodia quasi blues in 13/8 sui cui Fripp esegue un ostinato di note singole. Bruford ‘colora’ il tutto con un eccellente lavoro percussivo tutto in tempi dispari. Nel finale, il tema iniziale della chitarra è ripreso dal sax soprano su un corposo arrangiamento di mellotron, basso e batteria. Fripp, a distanza di anni, addita il brano “Starless” come un perfetto e degno “punto di arrivo” per quella formazione, su quel disco, nonché per il rock in generale in quegli anni. Per usare le sue parole: “Una dichiarazione conclusiva”.

Dopo la pubblicazione dell’album, il 6 ottobre del 1974, i King Crimson furono messi in ‘naftalina’ da Robert Fripp sino al 1981, quando risorgeranno con una nuova formazione tra cui il confermato Bruford, Tony Levin e Adrian Belew. Ma questa è un’altra storia.

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