“L’arringa di un pazzo” di August Strindberg. Recensione

La scelta di recensire “L’arringa di un pazzo”, romanzo di August Strindberg, autore geniale e misogino, nella ricorrenza dell’8 marzo, non è provocatoria né premeditata.  Quanto più una persona è libera, tanto meno cede al pregiudizio, cosa che vale per ogni donna.

Perciò credo non si debba aver paura di chiamare i fatti con il loro nome: August Strindberg, con questo testo  scritto tra il 1886 e il 1887, a causa del quale subì un processo per oscenità, ha lasciato una delle testimonianze letterarie più approfondite, veritiere e sconvolgenti del rapporto tra i sessi quale duello per la supremazia.

Una volta iniziato “L’arringa di un pazzo” magnetizza. Se da una parte è la testimonianza di una mente disturbata, dall’altra riproduce anche una normalità nella quale ci si può identificare. Strindberg racconta dell’innamoramento che cambia la vita, la passione conflittuale che lega un uomo e una donna, l’inferno matrimoniale quale naturale conseguenza. Un magma del profondo tumultuoso e dirompente dipinto con ossessioni, gelosie nevrotiche, collante di una relazione che schiavizza.

 L’opera è la composizione di un grande artista, oltre che confessione “impudica”, anche se non la si può considerare strettamente autobiografica perché è risaputo che la sua prima moglie, l’aspirante attrice Siri von Essen della quale Strindberg ci racconta, non era dissoluta come risulta dal ritratto deformato dello scrittore. Alcuni psichiatri, ad esempio, si sono spinti a dire che l’omosessualità attribuita a Siri, potesse essere quella dell’autore stesso.

Siri von Essen, prima moglie del barone Wrangel, divenne amante di August Strindberg e, una volta divorziata, lo sposò nel 1877. I due si separarono nel 1891. Studiosi, psicoanalisti, hanno letto nel libro del genio svedese molti contenuti patologici, ma essi sono affascinanti nei momenti in cui illuminano la cosiddetta “normalità”. Anche la misoginia proclamata può essere accostata a una più generale cultura misogina, riscontrabile nel nostro quotidiano, utile a capirsi. Un romanzo-verità disturbante, estremo, sincero, che ci attrae e nello stesso tempo ci costringe tutti, uomini e donne, a guardarci dentro.

August Strindberg

L’arringa di un pazzo

Adelphi editore novembre 2016

Pagine 287

Euro 19.00

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