“A hard day’s night”, i Beatles nella leggenda

Cinquant’anni fa usciva il terzo album del quartetto di Liverpool

La generazione degli anni ’60

E’ passato mezzo secolo, eppure ascoltando questo straordinario disco, sembra che il tempo non sia passato: è rimasta intatta l’energia, la creatività e la genialità di quattro ragazzi di Liverpool che erano già famosi e amati in tutto il mondo. “A hard day’s night” è il terzo album pubblicato dai Beatles nel 1964 e fu un successo straordinario in tutto il mondo. Nasceva quel fenomeno che andava oltre la musica: il gruppo inglese entrava nell’immaginario collettivo dei giovani che volevano dimenticare le devastazioni dell’ultima guerra e soprattutto per la prima volta si contrapponevano alla generazioni dei loro genitori. Lo scontro tra giovani e adulti fu rappresentato dai capelli lunghi, dai blue-jeans e dalla voglia di divertirsi. La musica dei Beatles, insieme a quella dei Rolling Stones e degli Who, fu la colonna sonora di quella generazione utopistica che trovò il suo apice nel festival di Woodstock del 1969.

Al via la ‘Beatlesmania’

Con il terzo album Beatles raggiungono il vertice creativo della prima parte della loro carriera, quella in cui canzoni di due, tre minuti raggiungono la perfezione assoluta, ineguagliata nel tempo. I giovani del 1964 impazziscono letteralmente con le canzoni dei Beatles e non solo. Tutti voglio avere i capelli con il loro taglio, tutti voglio le scarpe come loro. E’ una vera e proprio rivoluzione del costume: la ‘Beatlesmania’. In “A hard days’ night” ci sono alcune vere e proprio perle musicali come “And I love Her”, “Can’t buy me love” e il brano che intitola l’album. Apparentemente sembrano semplici canzoni; ascoltandole invece con più attenzione si può intuire la magia e la difficoltà di comporre brani così universali che colpiscono sin dal primo ascolto. La chiave della straordinarietà dei Beatles che culminerà con il loro album più significativo (Sgt. Pepper’s del 1967) è il talento musicale di Paul McCartney, la genialità istintiva di John Lennon, la sensibilità strumentale di George Harrison (fu il primo musicista occidentale a suonare il sitar in un album pop) e la grande competenza di George Martin come produttore e arrangiatore. Con questi “ingredienti” i Beatles per primi hanno reso ‘adulta’ la musica popolare prima dell’avvento del più aggressivo e grintoso rock dei loro concorrenti Rolling Stones, Who e Cream. Il 1964 fu un anno molto importante per la band. I Beatles erano reduci da un mese faticoso, il gennaio del 1964, in cui si erano esibiti in ventisei concerti, quattro trasmissioni Tv e quattro spettacoli alla radio. A febbraio il programma era stato altrettanto intenso, con anche una puntata negli Usa per godere da vicino la popolarità conseguita con il brano “I Want to Hold Your Hand” che era balzata al primo posto della classifica americana, e lì tra le altre cose erano apparsi due volte al The Ed Sullivan Show e avevano dato tre concerti, due dei quali alla prestigiosa Carnegie Hall.

Tornati in patria il 22 febbraio, dopo tre giorni erano in studio a cominciare le registrazioni del nuovo album, esausti per il superlavoro delle settimane precedenti. In più, “I Should Have Known Better” (composta negli Stati Uniti) quel giorno veniva dopo altre sei ore di incisione. Per questa ragione, durante l’esecuzione in studio del pezzo, i quattro erano molto stressati e  furono in grado di produrre solamente tre nastri, peraltro di qualità deludente. Si rese perciò necessario rifare il pezzo, e ciò avvenne il giorno successivo su diciannove nastri. Alla fine delle registrazioni, grazie anche all’apporto di George Martin, il disco rispecchia perfettamente il gusto e lo stile musicale ormai maturo dei Beatles. L’album fu pubblicato il 10 luglio del 1964 e fu un trionfo in tutto il mondo. “A hard day’s night” si aggiudicò cinque dischi di platino e due d’oro raggiungendo il primo posto negli Stati Uniti, Inghilterra, Australia e Germania.

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