Musica. Battiato trionfa in Europa

Prosegue la tournèe del musicista siciliano a Londra e a Parigi. Il compositore critico con l’Italia: “Non è possibile cambiarla”

Il suo ultimo album ha avuto un grande consenso. Anche nel vecchio continente la sua opera è molto apprezzata. Franco Battiato si è esibito ieri a Londra con un grande successo di pubblico e di critica. Il compositore catanese non è stato tenero con il nostro Paese: “Non è possibile cambiarla”. Ieri sera il cantautore siciliano ha suonato nel prestigioso locale “Scala” della capitale britannica con il suo Joe Patti’s Experimental Group.

“Un ritorno –spiega all’Agi– che e’ anche un modo per ricordare quegli anni in cui sono venuto qui a studiare inglese in una full immersion” e per ammirare quei tantissimi italiani, spesso laureati, che qui sono in grado di fare i camerieri pur di non vivere in una gabbia. Ne ho visto tanti, anche oggi”. L’artista ha voluto presentare nella capitale britannica, grazie all’agenzia “TIJ Events”, il suo ultimo lavoro pubblicato nel settembre dello scorso anno, una sopraffina fusione di linguaggi: l’elettronica e la spiritualità. Battiato, insieme al suo fidato ingegnere del suono Pino Pischetola, ha composto un album prendendo spunto dal suo vario e lungo viaggio sperimentale e con approccio innovativo ha compiuto un itinerario tra rivisitazioni storiche e nuove composizioni. Sul palco, al pianoforte, nel concerto a Londra, anche Carlo Guaitoli e ad accompagnare il progetto il video a “Proprietà Proibita” a straordinaria rivisitazione del celebre brano contenuto nell’album “Clic” , un capolavoro pubblicato nel 1974.

Stasera il compositore si è esibisce a Parigi. “Questo lavoro sta avendo un grandissimo successo e anche in Giappone se ne stanno interessando”, ha aggiunto, sottolineando che “Lucio Dalla mi diceva spesso ‘tu ti fai inseguire dal pubblico, io invece lo inseguo continuamente”, un ricordo teso a rimarcare l’aspetto spirituale e intimista della sua ultima opera. Poi la memoria lo riporta al compianto Giorgio Gaber, “il mio primo produttore, un uomo eccezionale e un grandissimo ascoltatore”, la memoria degli anni in cui la sua musica faceva da ponte fra un Occidente e un mondo arabo che ora sembrano sempre più lontani. E oggi servirebbe di nuovo questo ponte, ha ammesso parlando della “necessità di spiritualità” il maestro. Con una certezza amara: “Oggi non tornerei più a fare politica, sono stato ingenuo. Non è possibile cambiare questa Italia. Ma non sono disilluso: io vado avanti come un treno”.

Condividi sui social

Articoli correlati