John Bonham, le percussioni tuonanti

Storia del celebre batterista dei Led Zeppelin morto a soli 32 anni il 25 settembre del 1980

“Agli inizi ero interessato alle partiture musicali ed ero abbastanza bravo e veloce nella lettura, ma quando cominciai a suonare con i gruppi feci l’enorme sbaglio di abbandonare lo studio. Credo che sia fantastico essere capaci di scrivere le proprie idee in forma musicale, ma credo anche che nella batteria il feeling sia molto più importante della mera tecnica: è fantastico suonare un triplo paradiddle… ma chi si accorge veramente che lo stai facendo? Se fai troppa attenzione alla tecnica, finisce che inizierai a suonare come ogni altro batterista. Credo che quello che conti veramente sia essere originale. Quando ascolto altri batteristi, mi piace poter dire wow… carina questa cosa, non l’avevo mai sentita prima!. Credo che essere te stesso come batterista sia molto più importante che suonare come chiunque altro” (John Bonham)

Il dirigibile si ferma

Il 25 settembre del 1980 dopo un’intera giornata passata a bere, moriva John Henry Bonham, il ritmo tuonante dei Led Zeppelin. Il batterista aveva da poco compiuto 32 anni e lasciava la moglie e il figlio Jason allora 14enne. In seguito al suo decesso i tre componenti dei Led Zeppelin, Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones decisero di sciogliere definitivamente una delle rock band più amate della storia del rock. Era il 4 dicembre del 1980 e si chiudeva un’epoca del rock’n’roll. 

Personaggio estremamente contraddittorio e problematico John Bonham aveva da sempre sofferto l’improvvisa popolarità sin dal 1969 quando aveva appena 21 anni. Era un ragazzo semplice, scontroso, timido e fragile. Nel corso degli anni cercò inutilmente di difendersi dall’immenso successo assumendo alcool (birra e superalcolici) in quantità sempre più eccessive. L’abuso di alcol gli provocò una forte dipendenza fisica e psicologica unita ad esplosioni di violenza sempre più incontrollabili. Molti alberghi si rifiutavano di far alloggiare i Led Zeppelin in quanto il loro batterista dopo colossali sbornie finiva per devastare (nelle migliore delle ipotesi) la sua stanza.

Una carriera travolgente

John Henry Bonham nacque il 31 maggio 1948 a Reddutch, una cittadina a nord ovest di Londra. A 5 anni Bonham desiderava già una batteria, iniziò con un piccolo drum kit fatto di lattine di caffè, imitando i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa. A 10 anni sua madre Joan gli regalò il suo primo rullante. A 15 anni suo padre gli donò un drum kit della Premier Percussion. Bonham non prese nessuna lezione di batteria, si limitò a chiedere consiglio ad altri batteristi della sua città. Tra il 1962-1963 entrò a far parte dei Blue Star Trio (un gruppo creato con amici di scuola) ed i Gerry Levene & the Avengers. Nel 1964 terminata la scuola andò a lavorare con suo padre come falegname apprendista e suonava in varie band locali. Nello stesso anno Bonham entrò a far parte di una band semi-professionale chiamata Terry Webb and the Spiders, e nello stesso periodo incontrò la sua futura moglie Pat Phillips. Entrò a fare parte anche in band come The Nicky James Movement e The Senators (che ebbe anche un discreto successo col singolo “She’s a Mod”). E così divenne un batterista professionista a tempo pieno. 

Bonham incontrò non poche difficoltà nella sua carriera da batterista perché veniva inevitabilmente ritenuto troppo rumoroso, e per un periodo i locali della sua zona giunsero addirittura a non far suonare “gruppi che avessero John Bonham alla batteria”.

Nonostante l’ambiente rurale dove crebbe, Bonham non trascurò mai la sua travolgente passione per i tamburi, anche a costo di venir meno a promesse fatte; quando la sua ragazza, Pat, rimase incinta, andò a vivere con lei in una roulotte: nonostante le avesse promesso di lasciare la batteria per cercarsi un lavoro, pur iniziando a lavorare e persino smettendo di fumare per arrivare a sbarcare il lunario, continuò comunque a dedicarsi anima e corpo, con caparbietà quasi maniacale, al culto delle percussioni e alla personale idea di sound che andava ricercando.

Entrò a far parte dei Crawling King Snakes, con un giovane Robert Plant al microfono. Bonzo e Plant divennero amici e non persero i contatti anche dopo che la band si sciolse, così nel 1968 venne invitato nella nuova band di Plant chiamata Band Of Joy e lui accettò. La svolta della sua carriera avvenne nell’inverno del 1968. Plant convinse Jimmy Page a prendere il giovane Bonham come batterista dei Led Zeppelin. Nel mese di ottobre la band registrò in sole trenta ore il loro primo album che, pubblicato nel gennaio del 1969 fu un successo immediato in tutto il mondo. La vita del 21enne John Bonham cambiò per sempre.

Sino al 1980 il suo particolare stile percussivo fu uno dei motivi determinanti dell’enorme successo dei Led Zeppelin. Dal 1969 ad oggi si calcola che la rock band britannica abbiamo venduto poco meno di 300 milioni di dischi in tutto il mondo, 184 dischi di platino, 4 dischi di diamante e 24 d’oro.

La morte

Proprio nel periodo in cui i Led Zeppelin stavano progettando un grande tour mondiale dopo i concerti di ‘rodaggio’ in Europa tra maggio e luglio del 1980, John Bonham si recò, più ubriaco del solito, nella villa di Page a Windsor per le prove, durante le quali continuò a bere. Secondo alcune indiscrezioni in poche ore bevve 25 bicchieri di vodka orange. Essendo troppo alterato per continuare a suonare, venne trasportato in una stanza e lasciato là a dormire. Benji LeFevre (che aveva rimpiazzato Richard Cole come manager del tour dei Led Zeppelin) e John Paul Jones lo ritrovarono morto la mattina successiva, soffocato dal suo stesso vomito. Il 4 dicembre Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones diffusero un comunicato congiunto in cui spiegavano i motivi dello scioglimento ufficiale dei Led Zeppelin con le seguenti parole: 

“Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere — in piena armonia tra noi e il nostro manager — che non possiamo più continuare come eravamo”.

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