Musica: con Jimi Hendrix il rock cambiò per sempre

Nel 1967 uscì il suo primo rivoluzionario album, tre anni dopo il chitarrista morì tragicamente

La rivoluzione

Dopo la grande rivoluzione musicale portata dai Beatles nei primi anni Sessanta, pochi altri hanno saputo innovare ed esplorare il rock-blues come Jimi Hendrix. Il chitarrista statunitense nei pochi anni di carriera professionale baciata immediatamente da un successo planetario ha cambiato per sempre il ruolo, il suono e l’iconografia del rock portando in primo piano la chitarra come simbolo assoluto della musica giovanile. Parlare di Jimi Hendrix significa raccontare la storia del più grande innovatore della chitarra nella musica rock. Prima del suo avvento lo strumento simbolo del rock’n’roll aveva un suono semplice, senza affetti: nessuno prima di lui aveva cercato di cambiare la “voce” della sei corde che esce dagli amplificatori. Quando il 25enne musicista di colore pubblicò il suo primo disco “Are you Experienced” del 1967, l’impatto sul rock fu enorme, devastante e soprattutto rivoluzionario. Con Hendrix lo strumento a sei corde si spinse con grande coraggio verso territori mai esplorati con tanto di effetti a pedali che hanno contribuito a fare del musicista di Seattle un precursore e un innovatore nella fusione tra il blues afroamericano e il rock’n’roll. Esattamente cinquant’anni fa fu pubblicato “Are you experienced”, il primo album di Jimi Hendrix che già conteneva ‘classici” come “Hey Joe” (nella versione in Usa) “Foxy lady”, “Manic depression” e “Red house”. Con questo disco tutti i giovani e promettenti chitarristi britannici (Eric Clapton, Jeff Beck, Jimmy Page, Alvin Lee e Ritchie Blackmore) rimasero sbalorditi da come poteva essere suonata la chitarra con l’uso rivoluzionario del distorsore, del pedale wah, wah, dell’eco e del feedback. Inoltre dal punto di vista tecnico tutti cercare di copiare e replicare il fraseggio di Hendrix che non era dominato dalle scale pentatoniche ma soprattutto dai cromatismi e dai legati. Anche chitarristi vicini al jazz come John McLaughlin hanno dichiarato di aver subito molto l’influenza di Jimi Hendrix. Si può tranquillamente affermare che l’innovazione tecnica e strumentale di Jimi Hendrix alla chitarra sia stata la stessa di quella portata da Jaco Pastorius al basso elettrico nel decennio successivo.

Il debutto

Nato il 27 novembre 1942 a Seattle, da un incrocio fra indiani, neri e bianchi, James Marshall Hendrix comincia a suonare la chitarra a undici anni, poco dopo la morte della madre. A 16 abbandona gli studi e comincia a sbarcare il lunario suonando con complessi di rhythm and blues e di rock’n’roll. Dopo aver svolto il servizio militare come paracadutista, a 21 anni inizia una intensa attività da session-man. Diventa il chitarrista di Little Richard, Wilson Pickett, Tina Turner, King Curtis.  Dopo un proficuo periodo di gavetta concertistico tra il 1962 e il 1965 la svolta professionale per Jimi Hendrix si concretizzò nel 1966 quando conobbe il bassista del gruppo blues degli Animals. Quest’ultimo lo convinse a recarsi a Londra. Qui il giovane chitarrista statunitense conobbe Eric Clapton e soprattutto i due musicisti (il bassista Noel Redding e il batterista Mitch Mitchell) che avrebbero fatto parte del leggendario trio Jimi Hendrix Experience. L’impatto sonoro del trio si rivelò una novità assoluta: sin dalle primissime esibizioni in Europa le visionarie bordate sonore di Hendrix, sostenute dal drumming furioso di Mitchell e dalle linee potenti del basso di Redding, crearono enorme impressione nel mondo musicale londinese, dando vita ad un passaggio di voce senza precedenti tra gli artisti ed i gruppi che animavano la scena del periodo. La selvaggia attitudine live del chitarrista lasciò allibiti anche strumentisti affermati come Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page, e l’aura che lo accompagnava gli permise ben presto di entrare nel salotto buono della musica dell’epoca, al punto che gli Who si adoperarono affinché Hendrix accettasse una proposta dalla loro casa discografica di riferimento, la Track Records. Il trio infatti iniziò a registrare all’album il 26 ottobre del 1966 e lo finirà il 3 aprile del 1967, pubblicandolo con l’etichetta della Track Records con la quale diede alle stampe anche gli altri due singoli, “Purple Haze/51st Anniversary” nel marzo del 1967 e “The Wind Cries Mary/Highway Chile” nel maggio del 1967. L’album fu prodotto da Chas Chandler con l’ausilio del tecnico degli Olympic Studios, Eddie Kramer (lo stesso dei futuri Led Zeppelin) e con gli ingegneri del suono Dave Siddle ai De Lane Lea Studios e Mike Ross ai CBS studios. Durante l’inverno del 1966-1967 il gruppo intraprese un tour come band di supporto ai Walker Brothers, nel Regno Unito, e poi si esibirono in concerti nell’Europa nord-occidentale, facendo anche delle apparizioni TV. Questo contribui molto a far conoscere il gruppo e poi per la successiva pubblicazione dell’album. Il debutto di Jimi Hendrix fu folgorante anche dal punto di vista commerciale. Solo nel mercato statunitense si aggiudicò cinque dischi di platino. “Are you experienced” è tutt’oggi considerato uno degli album fondamentali della storia del rock e uno dei debutti più innovativi ed originali.

Hanno detto di Jimi Hendrix

“La scomparsa di Jimi mi ha sconvolto. Era così giovane ed aveva un grande avvenire”.

(Miles Davis)

“Jimi mi ha influenzato come ha influenzato, penso tutti i chitarristi. Era rivoluzionario. E mentre tutti noi sperimentavamo, negli anni ’60, cercando nuovi modi di suonare la chitarra elettrica con la Stratocaster e l’amplificatore Marshall, Jimi ha messo tutto a posto”

(John McLaughlin)

“Hendrix è uno dei personaggi più rivoluzionari della cultura pop”

(Frank Zappa)

“Pochissime persone suonano rapidamente ed intensamente. La maggior parte suona rapidamente a in modo ‘vuoto’. Ma Coltrane suonava rapidamente ed in modo profondo, come Charlie Parker, e come Jimi”.

(Carlos Santana)

“Ritorno sempre alla musica di Jimi e non finisco mai di scoprire nuove possibilità. Ogni volta che ascolto i suoi dischi, trovo qualcosa di nuovo. E’ da questo che si riconosce un grande compositore”.

(Gil Evans)

“Il più grande musicista che ho conosciuto”.

(B.B.King)

“Tutte le volte che ho visto Jimi suonare era a concretizzazione di ciò che sarei dovuto essere io e che invece non ero”.

(Mike Bloomfield)

“Se restasse solamente un solo nome in tutta la storia del rock’n’roll fra cento anni, non cercate: sarà per forza Jimi Henrix”.

(Pete Townshend)

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