I disturbatori televisivi: la scuola di Paolini

ROMA – In principio era soltanto  Gabriele  Paolini, il  disturbatore  delle dirette televisive.  La sua faccia stralunata è apparsa per anni  alle spalle dell’intervistato,  con lo sguardo fisso alla telecamera, tra una smorfia e l’altra.  Negli archivi della Rai  c’è  ancora la scena di un calcione che, per liberarsi della sua presenza in video. gli rifilò in diretta  il compianto Paolo Fraiese, autorevole  redattore del TG 1.  

Paolini ha fatto proseliti. C’è un giovane dai capelli rossi, Niki Giusini,  che  senza fare boccacce ma solo esibendo la sua facciotta tonda di adolescente che non fa  attività fisica e  visibilmente sovrappeso si affaccia ad ogni tg senz’altra ambizione che di farsi vedere. 

Ma non basta, la schiera dei disturbatori televisivi si allunga. Da qualche tempo  non c’è telegiornale  che non mostri la faccia, non d’adolescente, comunque  stralunata, di un intruso alle spalle del politico di turno che parla  dinanzi ad una selva di microfoni. Lo sfondo può essere quello di piazza Montecitorio, sede della Camera dei deputati, o di via Uffici del Vicario, dove sono  i gruppi parlamentari, più spesso  in via del Nazareno, dove dimora il Partito Democratico.   Evidentemente, il Nostro non ha nulla  di meglio da fare nella vita. Appena adocchia una  troupe  televisiva appostata in attesa del personaggio del giorno si piazza in favore di telecamera e sbandierando una volta una penna e un taccuino, altre volte un finto microfono si affanna a farsi inquadrare.  Se l’intervistato è Brunetta, lo sovrasta  senza difficoltà, con altri  si produce in una serie di guizzi fra una testa e l’altra, per essere sempre in campo. Come niente, un giorno lo vedremo in piazza San Pietro alle spalle di papa Francesco. 

Tutto questo  accade perché perdura  la consuetudine dei giornalisti televisivi  di aspettare in strada per le interviste i politici all’uscita dai segreti del palazzo.  E nessuna delle tante persone che affollano la scena  sembra accorgersi di loro, di questi esponenti di una nuova categoria professionale: i disturbatori televisivi. Solo il telespettatore da casa se li sorbisce tutte le sere.

Ma c’è da chiedersi: con tutte le misure di sicurezza che proteggono i nostri politici  quando sono in mezzo alla strada, possibile che non ci sia un carabiniere o un poliziotto? E i veri intervistatori,  gli operatori televisivi, quelli  autentici, e i fotografi che se li trovano sempre fra i piedi, pensano davvero che siano come  loro e che stiano lavorando per una testata giornalistica? Perché non se ne sbarazzano  una volta per tutte? 

Circola voce che  questi  perdigiorno stiano  cercando di battere un record: entrare nel Guinness dei primati totalizzando migliaia di  apparizioni in tv. D’accordo che c’è la disoccupazione giovanile,  ma c’è un limite anche all’inventiva, tutta italiana, nel campo dell’arte di arrangiarsi. Allora, non sono  poveri squilibrati ma furbetti della telecamera  anche loro, come tanti altri che usano il mezzo televisivo come un trampolino per  la fama, non sono  altro che  a caccia di notorietà. 

Prima o poi succederà che uno sprovveduto, autentico giornalista  in cerca  di colore li intervisterà, perché diventati personaggi. Speriamo che quel giorno alle spalle si trovino anche loro  Gabriele  Paolini che fa le boccacce. Con grande gioia del telespettatore  che rimpiange Paolo Fraiese. 

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