Nino Manfredi. “E nasce all’improvviso una canzone”, spettacolo che girerà il mondo

ROMA – Sono dieci anni che è venuto a mancare uno dei più grandi protagonisti del nostro immaginario collettivo: attore, cantante, interprete, autore, regista, comico, interprete fra i più versatili di ogni linguaggio visivo e, soprattutto, uomo dalla profonda sensibilità e curiosità: Nino Manfredi.

Con la stessa sensibilità e seguendo le orme di una carriera assolutamente straordinaria, la sua famiglia sta portando in giro per tutto il mondo il ricco patrimonio artistico che ci ha lasciato attraverso una serie di iniziative che, solo per i prossimi mesi, vedranno manifestazioni svolgersi a Bologna, Venezia, Parigi, New York… Abbiamo avuto la fortuna di partecipare all’Auditorium Conciliazione di Roma ad uno dei più toccanti progetti multimediali concepiti in suo onore: “E nasce all’improvviso una canzone”, omaggio jazz interpretato dal Roberto Gatto Ensemble e composto dal Maestro Gatto – autore degli splendidi arrangiamenti – Francesco Lento (tromba e ficorno), Luca Velotti (sax e clarinetto), Luciano Biondini (fisarmonica), Silvia Manco (piano e voce) e Luca Bulgarelli (contrabbasso). Una perfetta sincronizzazione di suoni e immagini che, a differenza di molti scontati esperimenti nostalgici, ha avuto il benefico effetto di rinverdire l’immagine di Manfredi a partire dalle tappe più importanti della sua scena musicale. La difficoltà di amalgamare suoni jazz e popolari è stata brillantemente superata non solo dall’inventiva creativa dello stesso Gatto (rivisitatore anni fa di un celebre “Rugantino” alla presenza dello stesso Nino), ma da una formazione impeccabile che ha utilizzato il proprio strumento al servizio di un’operazione trasversale, inedita e, soprattutto, emozionale.

 Ecco allora Silvia Manco prestare la sua voce, generalmente affiliata agli standard americani, al dialetto romanesco del brano che dà il titolo allo spettacolo, scritto dallo stesso Manfredi, e alla celebre “E’ l’omo mio” (interpretata anni addietro da Ornella Vanoni), e districarsi nella celeberrima melodia di “Pinocchio” scritta da Fiorenzo Carpi per l’omonimo film TV di Comencini; ecco Biondini introdurre con un singolare assolo di fisarmonica la folklorica “Viva Sant’Eusebio” (dal film “Per grazia ricevuta”): un’intera orchestra a due mani che contamina di nuovi significati la colonna sonora originale trasformando la festa religiosa sullo schermo in una festa condivisa col pubblico mediante una crescente partecipazione interattiva. Ecco ancora la sezione ritmica di un costante affiatamento tra giri del basso e grancassa, rullante e piatti, fondamentale nella ricostruzione sonora del tutto mirabile – e improntata ad esiliranti effetti di comicità in corrispondenza delle immagini proiettate sul maxisxhermo retrostante – di film come “I soliti ignoti” e “Crimen”, must della commedia all’italiana. Che dire poi della coesione assoluta dei fiati mediante la quale si è sviluppato un dialogo di ricerca sonora – prevalentemente scaturito dall’orecchio assoluto del trombettista Lento e del multisaxofonista Velotti (storica spalla orchestrale di Paolo Conte) che in brani come “Angola Adeus” (“Riusciranno in nostri eroi…?”), “C’eravamo tanto amati” e “Fuga all’aereoporto” (“Operazione San Gennaro”) hanno dimostrato che il virtuosismo al servizio dell’afflato sonoro di squadra vince sopra ogni forzatura individuale. Le note più malinconiche e stimolatrici di un pathos recondito che non poteva non portare a lacrime sincere (anche per l’ulteriore scomparsa del maestro Trovajoli) sono sicuramente state quelle interpretate nel tema di Geppetto (sempre da “Le Avventure di Pinocchio”), in “Roma nun fa la stupida stasera” e in “Piazza del popolo/Tema di Giuditta” (“Nell’anno del Signore”), dove il suono vellutato e ricco di chiaroscuri dell’ensemble si sposava in maniera impeccabile ai primi piani espressivi di un attore multisensoriale, mostrati nel montaggio filmico annesso. La nostra considerazione è che – a discapito delle operazioni affrettate e total-tecnologiche dei racconti musicali presenti quotidianamente sul web – ogni brano suonato in questo bel concerto, accorpato dalle immagini sapientemente montate da Andrea Scaletti, potrebbe costituire un videoclip a parte, oseremmo dire da Oscar, perché il ritmo e la sequenza narrativa, la perfetta fusione musical-cinematografica e l’altissima qualità di riprese e arrangiamenti, avrebbero e hanno sicuramente ancora molto da insegnare ai giovani ed approssimativi registi musicali di oggi.

Un’operazione, quella organizzata da Dalia Events (che fa capo alla talentuosa e determinata nipote di Nino, Sarah Masten) in collaborazione con Onni, che ha avuto il merito di far dialogare in maniera innovativa ed emozionale la memoria storica con il presente, calibrando i tempi in un contenitore che ha visto come unici testimoni (per fortuna!) le partiture sonore che hanno accompagnato la vita artistica (e immaginiamo personale) di Nino Manfredi e la sua immagine poliedrica, che permane negli angoli di ogni nostro sorriso più sincero. Devoluto beneficamente all’associazione “Viva la Vita Onlus”, che aiuta e supporta i malati di SLA e di cui Erminia Manfredi è Presidente Onorario, lo spettacolo sarà trasmesso – integrato da alcune interviste ai suoi principali “animatori” – nell’ambito di uno special di Radio2 Ottovolante domenica 15 giugno, alle ore 18.

 

 

E nasce all’improvviso una canzone…

Omaggio a Nino Manfredi in occasione del decennale della sua scomparsa

Una produzione: Dalia Eventi

Interpreti: Roberto Gatto Ensemble

Messa in onda: 15 giugno 2014, ore 18 – Radio 2 “Ottovolante”

Prossimamente in tour a Bologna, Venezia, Parigi, New York

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