Viaggio nella Grecìa Salentina dove l’Oriente incontra l’Occidente: Arte, Cultura, Gastronomia e Territorio

Viaggio ne la Grecìa Salentina. Prima tappa:  Martano e la sagra “Te la Volia Cazzata”

MARTANO – La Grecìa Salentina è una terra ricca di usi e costumi che si rifanno a tradizioni millenarie. Situata nel cuore della penisola salentina, è un’isola linguistico-culturale rimasta intatta nei secoli in cui vive una comunità che ancora conserva lingua, cultura e tradizioni d’origine ellenica; infatti, il dialetto, che qui ancora oggi si parla, è molto simile al greco e si chiama griko.

Sono undici i  comuni che fanno parte della Grecìa salentina: Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Sternatia, Soleto e Zollino. Undici comuni – nove dei quali geograficamente contigui formano un’autentica enclave – che nel loro assieme formano “L’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina”, ente locale nato il 28 settembre del 2001 e dotato di un proprio statuto autonomo.

L’area attuale della Grecìa Salentina è la parte residua di una grecità più vasta che andava dallo Jonio all’Adriatico, con particolare rilevanza nel quadrilatero ideale ai cui vertici si trovano Otranto, Casarano, Gallipoli e Nardò. 

Il periodo migliore per visitare il Salento, a mio parere, è l’autunno. Il tempo è ancora bello e non troverete la folla dei mesi estivi.

Vi consiglio di iniziare da Martano, la capitale naturale della Grecìa salentina, uno dei più grandi borghi d’influenza greca in quest’area.  Nel terzo weekend di  ottobre a Martano ogni anno si celebra la  “Sagra te la Volia Cazzata”: quattro giorni di festa, organizzati dall’Associazione  Moschettini per ricordare una tradizione unica della Grecìa Salentina: raccogliere le olive ancora verdi, schiacciarle con una pietra o un martello e conservarle in acqua e sale fino a che non diventano dolci. Alla Sagra se ne consumano a quintali. Ma la preparazione è anche il pretesto per mantenere saldi i legami d’amicizia tra la gente del posto.  La Volia Cazzata è solo la ciliegina sulla torta per offrire al pubblico le ghiottonerie della cucina salentina: i morsi (verdure, legumi e pane fritto), gli arrosti di carne e le pittule. La Sagra  quest’anno ha registrato una grandissima affluenza di pubblico e appassionati.

La raccolta delle olive verdi segna l’inizio della campagna olearia e Martano vanta distese di uliveti che producono olio di oliva extra vergine di grandissima qualità   

 Ma se le campagne si caratterizzano per gli uliveti, il centro storico di Martano si caratterizza per i suoi ricami di pietra: balconi, fregi nobiliari, antiche abitazioni a corte sono una scoperta da non perdere come Borgo Terra, dove si concentrava, appunto il  borgo medioevale racchiuso da alte mura, oggi scomparse. Vi abitavano le suore in un magnifico convento di pietra leccese accanto alla chiesa madre, che era un tempo la chiesa greco ortodossa dove i papas celebravano i riti, soppiantati poi dal culto latino. Si può chiedere di essere guidati alla scoperta delle sue più recondite meraviglie dal professore Paolo Protopapa, presidente dell’Associazione culturale di sperimentazione teatrale Itaca min fars hus (www.minfarshus.altervista.org), che vi  mostrerà  la particolarità del centro storico di Martano che  è quello di essere attorniato dalle torri che fanno parte  del castello realizzato in origine nel XV secolo da Ferdinando e Alfonso d’Aragona,  più volte ritoccato e da mura con fossato, così che sembra un’entità a sé stante. Le vie ortogonali ricordano il concetto di borgo fortificato medievale, con isolati lunghi 26 metri in una misura ricorrente in diversi centri “griki”.Oltre al Palazzo Ducale, numerose case a corte (situate lungo le vie Cutumerea e Zaca) e palazzi storici nobiliari realizzati tra il Cinquecento ed il Settecento tra cui l’esempio più bello è probabilmente quello di Palazzo Moschettini, dotato di un grande portale finemente decorato e di una lunga balconata egualmente pregiata. Di questo palazzo si apprezzano poi la grande varietà di particolari, dalle balaustre, al ballatoio, agli archi ed archetti, alle finestre

Dai ricami di pietra ai ricami di stoffa, Martano è famosa anche per l’arte sartoriale e i ricami. Cinquanta donne si sono associate nell’Associazione Il Ricamo dalla A alla Z (www.ilricamo.org) con sede nel palazzo ducale, per stare insieme e trascorrere piacevolmente il tempo ricamando lini e tessuti che diventano pregiati sotto le loro mani: il tombolo, il filet, il ricamo, il pizzo cantù ecc. Vorganizzano regolarmente dei corsi e sono riuscite a coinvolgere anche i bambini.

Ma Martano è conosciuta anche per l’amaro dei Monaci Cistercensi (www.cistercensimartano.com) che vivono nel convento poco lontano dal paese. Sono un punto di riferimento spirituale per tutta la provincia e producono, come tradizione comanda, con 20 erbe l’Amaro San Bernardo da un’antica ricetta del ‘700 che viene dall’Abbazia di Casamari e Gocce Imperiali (90° vol.), che venne ideata nel 1766 da fra Eutimio nell’Abbazia di Casamari.  Nel convento si può ammirare una ricchissima biblioteca e una pinacoteca, frutto di una donazione ad opera del giudice Michele Paone, cultore di arte e tradizioni salentine, oggi scomparso.

Non deve stupire se la loro arte di coltivare ed estrarre il meglio dalle erbe officinali ha affascinato un giovane imprenditore, Domenico Scordari, che in appena 25 anni di attività, ha realizzato una grande azienda di dermo cosmesi biologica Naturalis, all’avanguardia nella ricerca e nell’estrazione di prodotti cosmetici dall’aloe. Oggi Naturalis, marchio di Natura&Benessere, è anche un bio resort di grande fascino, circondato dalle piantagioni di aloe, da un vigneto e da un uliveto e impreziosito da una piscina depurata biologicamente e da una Spa.

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