Music inn: cocktail d’autore e sonorità d’eccezione

Notti romane di beverage e clubbing ricercato 

Il “Music Inn” è non è un qualsiasi “music bar” di Roma è un luogo accogliente ed esclusivo nel cuore del centro storico, a due passi da via Giulia, in Largo dei Fiorentini n°3, dove si respira un’atmosfera da club internazionale, attento alle nuove mode e avanguardistico. Alle spalle una tradizione musicale consolidata, che dagli anni Settanta in poi – fondato, nel 1971, dal principe Giuseppe Pignatelli D’Aragona Cortes, mecenate raffinato e cultore delle arti – lo ha reso uno dei più famosi “jazz club” italiani nel panorama transnazionale, ospitando tra gli altri: Chet Baker, Charlie Mingus, Dexter Gordon, Bill Evans, Ornette Coleman, Elvin Jones, Pepper Adams. Già dal nome stesso, si evince la vocazione musicale, adeguatasi nel corso degli anni, sino accogliere nuove generi e tendenze: la musica elettronica, l’house, il rock, il Rhythm & Blues, le immancabili performance jazz live. Una vera sfida è stata, nel 2015, l’apertura del cocktail bar, con una selezione di oltre 140 distillati, bollicine nazionali e internazionali d’eccellenza e una carta dei cocktail periodicamente riformulata.

Tra i tanti eventi proposti, anche, degustazioni enogastronomiche con chef internazionali, seminari introduttivi a blend esclusivi con sommelier e distillatori, contest tra bartending, oltre alle serate clubbing riservate alle due sale del piano inferiore: dance elettronica per “Purple Brain” di giovedì; “Let’s get lost”  con contaminazioni musicali, rnb di venerdì e infine l’ “OZ party” di sabato sera, con sonorità dance-house avanguardistiche. Organizzatore e ideatore della serata “OZ”, capace di trasportarci in un mondo magico e surreale è Simone Albensi, leggendario p.r. romano, con esperienza internazionale: “L’idea nasce dalla ricerca musicale e dalla proposta di contenuti nuovi ed intellettuali: libertà di espressione e di apparizione, senza definizioni né etichette, il centro come la periferia, Roma come New York”. 

Il bar manager, responsabile del successo del cocktail bar è il giovane Michele Ferruccio, nato in provincia di Potenza, 26 anni ma già un talento nel mondo della miscelazione, dotato di estro creativo, piglio organizzativo e una predisposizione naturale all’accoglienza, premiato per l’originalità e la riuscita dei suoi cocktail da “Italia a tavola” e “Bargiornale”. Molto più che un semplice direttore del bar, è anche ideatore delle selezioni alcoliche, sempre nuove e ricercate, insieme ai suoi collaboratori barman che ne condividono la cifra stilistica e l’attenzione per l’hosting: Gianluca Morini e Francesco Saverio Verrico. E’ suo, appunto, di Ferruccio, uno dei cocktail più richiesti: il Make Katse, ispirato al Giappone, con un sapore fresco e gradevole, bevile e stuzzicante con una nota di ginger, che ben si miscela al Saké. La nuova selezione beverage –disponibile da aprile –prevede accostamenti gourmet per l’aperitivo, in linea con i nuovi cocktail ispirati alle tradizioni enogastronomiche dei vari popoli della Terra, per immergersi ogni volta in un nuovo mondo e viaggiare con i sensi, dai profumi orientali ai sapori più decisi nostrani. “La nostra scelta si basa su un approccio poliedrico: la passione per le tradizioni unita alla fantasia e un costante studio” spiega Michele Ferruccio.

Tra le nuove proposte, eccone qui una selezione, basata sulle mie preferenze. La versione portoghese della Caipirinha: la Ginjiña, con un tipico distillato locale: la Ginja, ricavato dalle amarene di cui conserva la colorazione e il gusto; il Melkert, adatto sia prima che dopo cena, che prende il nome da un dolce sudafricano, ricercato e dalle note speziate, con soda al robois di vaniglia e zenzero, gin e l’ottimo Liquore del Pastore; il delizioso Italino, fresco e a base gin, il cui sapore viene esaltato dal rosmarino affumicato e dal limoncello, adatto alla bella stagione; il Dai(tea)Quiri, a base rum e con il Pekoe, un liquore ricavato dal Jasmine Tea, con influenze dell’Estremo Oriente e aromatizzato con chiodi di garofano; il Sogno Pechinese: una base di Old Fashioned  profumato di rosa dalla grappa cinese; Champagne cocktail, di ispirazione francese, con cognac, angostura e champagne e infine il celeberrimo Music Inn Blues –  creazione del bartender Gianluca Morini – in memoria del celebre pezzo del jazzista Johnny Griffin in onore del locale, con assenzio, Rye whiskey e Blue Curacao: un cocktail blue di grande struttura, per i più esigenti.

Il Music Inn è dunque, uno dei rari “music bar e dance club” romani con una grande tradizione artistica, un’inclinazione alla sperimentazione sonora e un’indiscutibile qualità del food&beverage.  Un’atmosfera preziosa e confortevole, resa ancor più speciale dalla ricercatezza e dall’attenzione al cliente, con proposte innovative e poliedriche, per serate mai scontate, adatte a un pubblico attento e ricercato.

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