Lisbona: Impressioni di viaggi. Una città che non rinnega il passato

Lisbona, la città adagiata lungo il fiume Tejo, è avvolta da un fascino tutto suo. Non è solo un luogo d’arte. Con i suoi sontuosi palazzi, i suoi musei ricolmi di tesori inestimabili, le sue vie cariche di storia.

Ma è una città con un’atmosfera del tutto particolare che solo chi ha un animo sensibile e nobile può comprendere appieno. La sua storia si perde nel tempo e non è caratterizzata soltanto dal periodo coloniale, dalla conquista, quando i suoi esploratori e naviganti partivano dalla foce del fiume alla scoperta di nuovi mondi. Essa è tracciata in ogni angusto vicolo, in ogni volto portoghese che si incontra e ti saluta, in ogni edificio che porta in sé i segni del tempo con la T maiuscola e ti obbliga a rammentare che il passato non si può sempre buttare via alle spalle per vivere esclusivamente un momentaneo presente. Lisbona è antica e saggia, ma al tempo stesso, viva, dinamica e pulsante, in pieno fermento e sviluppo. Lo testimonia la tensione della sua rapida ricostruzione dopo la pesante crisi economica che ha investito mezza Europa, i rifacimenti stradali, il potenziamento delle infrastrutture, l’attenzione che si dà al turismo e al commercio. Inutile dire che la parte più antica e più significativa della città, il suo cuore, si snoda lungo il suo fiume che procede enorme e maestoso verso l’Oceano Atlantico. Da Praca do Commercio, enorme piazza centrale che funge da punto di raccolta per tutti i cittadini, è possibile ammirare la forza di un luogo che, a tratti, ha un sapore magico e attira centinaia di visitatori. Qui troviamo il suo punto centrale da dove si snodano con estrema razionalità le vie ortogonali verso i quartieri più battuti e vissuti coma la Baixa, ovvero la città bassa, il Rossio, delizioso quadrante pieno di locali, l’antico Alfama, affascinante labirinto di vicoli e scalette tortuose dove un tempo vennero relegati i mori sconfitti e il Barrio Alto, dove si concentra la movida. Su tutto domina il possente e medievale castello de Sao Jorge, costruito durante la riconquista e la cacciata dei mori, da dove è possibile abbracciare in un unico sguardo l’intera Lisbona e comprendere perché in essa vi si trova un connubio stretto tra passato glorioso e presente. L’unicità di Lisbona è anche nella memoria del tremendo terremoto che la rase al suolo nel novembre del 1755 e nella forte reazione che ci fu con la ricostruzione ad opera dell’architetto Marques de Pombal che seppe reagire all’immane tragedia rifondando la città secondo linee più razionali e recuperando quanto si era salvato dal disastro. Lisbona in sé, ma anche l’intero Portogallo ha sempre dimostrato capacità di forte reazione alle sventure che gli sono occorse, anche quando, durante il nostro novecento, ha subito una delle più feroci dittature fasciste della Storia ad opera di Antonio de Oliveira Salazar che terminò solo nel 1970 con la morte del despota e la successiva rivoluzione dei garofani. La città ha tanti volti, tanti tratti tutti da scoprire, è priva della frenesia e del traffico delle nostre metropoli moderne e va visitata con il giusto tempo e con la giusta passione come la lenta e malinconia melodia del Fado, lasciandosi andare per le sue viuzze, le sue scalette strette e ripide, le sue salite, le sue chiese austere e severe in perfetto stile manuelito, magari salendo sul mitico “electrico 28” che fa appunto il giro di tutta Lisbona. Occorre avere tempo, pazienza, sensibilità, soprattutto anima e cuore per gustarla, per assaporarla in tutte le sue sfaccettature. E certamente non bisogna mai dimenticare il suo legame stretto con l’Oceano. Fare una gita verso l’Atlantico è quasi d’obbligo. Ammirare gli infiniti orizzonti verso i quali si imbarcarono gli antichi naviganti portoghesi e perdersi in quell’azzurro cobalto, in quelle onde spumose e fredde è qualcosa di inebriante. Solo così ci si può chiamare autentici viaggiatori e si può dire di aver visitato Lisbona. E senz’altro è meglio portarsi in valigia un buon libro di Fernando Pessoa, uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, che tanto amò Lisbona e seppe descriverla nelle sue opere come in questa citazione che lasciamo qui a conclusione della nostra descrizione:

“La campagna o la natura non mi possono dare niente che valga la maestà irregolare della città tranquilla, sotto il chiaro di luna, vista dalla Graca o da S.Pedro de Alcantare. Non ci sono per me fiori come il ricco cromatismo di Lisbona sotto il sole”. (Fernando Pessoa, Diario dell’inquietudine) 

 

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