E’ il primo film di Marco Ferreri, l’enfant terrible del cinema italiano che si è fatto subito conoscere con un’opera che ha passato più guai con la censura del suo stesso protagonista: denunciato, sequestrato, tagliato, cambiato nel titolo (diventò Una storia moderna), il film scontò la colpa di aver irriso ai sacri principi delle istituzioni dell’Italia degli anni Sessanta: la famiglia, il matrimonio, la chiesa. Forse Ferre
VENEZIA - “Detour – Deviazione per l’inferno” del 1945. Piccolo noir di culto che fece conoscere anche da noi Edgar G. Ulmer, regista americano di serie B, ma meritevole di riscatto.
VENEZIA - Il titolo originale The go-between (che in Italia abbiamo ribattezzato Messaggero d’amore) indica l’intermediario, colui che si trova in mezzo ad una situazione e fa da trait-d’union fra due parti diverse ma vicine.
VENEZIA - Miracolo a Milano che Vittorio De Sica diresse nel 1951 è fra i classici restaurati che la biennale di Venezia presenta fuori mostra, ogni venerdì e sabato fino al 30 agosto alla nuova Arena Giardini della Biennale.
Una cosa di cui molti telespettatori dovrebbero esser grati al coronavirus è di aver eliminato il pubblico da alcuni programmi di varietà o di approfondimento. Oggi è un’esigenza imposta dalle regole sul divieto di assembramento, ma potrebbe domani diventare una bella novità che rivoluzionerebbe molti programmi televisivi condizionati e appesantiti dalla presenza del pubblico in studio.
Come rimedio alla chiusura delle sale cinematografiche imposta dall’emergenza del coronavirus, si parla di riaprire il Drive In a Roma e di farne di nuovi in altre città. Sarebbe una novità allettante per i giovani: vedere un film in dolce compagnia nell’intimità di un’automobile senza il rischio di contagio in platee affollate. Sembra l’uovo di Colombo: non si può andare al cinema a piedi? Andiamoci in macchina! E senza il problema del parcheggio!
I reparti maternità si preparino, ma anche gli uffici legali. Fra nove mesi sull’Italia del coronavirus potrebbe abbattersi un baby-boom e un’ondata di divorzi, come contraddittoria conseguenza degli arresti domiciliari che da marzo il governo per precauzione contro il coronavirus ha inflitto a milioni di cittadini.
L’epidemia fa bene all’amore o no? Non ci sono statistiche in materia, né esperti che ne parlino in tv, ma la domanda è legittima. E la risposta più ovvia è: dipende. Dipende dalla tipologia di amore. Se coniugale, allora il Coronavirus farà senz’altro bene: costretti per settimane chiusi in casa, c’è da aspettarsi fra nove mesi un baby-boom di proporzioni planetarie.
Più volte, nel corso della storia, l’umanità ha temuto per la propria sopravvivenza. Il grido “E’ la fine del mondo” è risuonato ogni volta che eventi inspiegabili hanno sorpreso i nostri padri: dal mitico diluvio universale alle bibliche sette piaghe d’Egitto, dai terremoti alle alluvioni, dalle guerre mondiali alla scadenza dei millenni. “Mille e non più mille” dicevano i sacri libri, ma finora non è successo: la fine del mondo finora è rimandata. Ma la paura rimane.
ROMA - Cento anni fa nasceva Gillo Pontecorvo, regista di vaglia e anche, in vecchiaia, direttore della Mostra di Venezia. E’ stato sceneggiatore e anche attore, è morto nel 2006.
Siamo di fronte a una bolla speculativa destinata a scoppiare? Oppure, come sostiene Beeple, la cui opera digitale è stata venduta per 70 milioni di dollari da Christie’s a New...
Cento anni fa, il 31 maggio 1921, a Pola, la bella città dell’Istria allora italiana, nasceva Alida Valli, la prima vera diva italiana del cinema fin dagli anni Trenta. Sarebbe...