Il ritorno dell’esule

Quelle terre così lontane

al di là del mare.

Quel suolo natio

dove l’anima mia vola

come l’ape di fiore in fiore.

Lasciai macerie, una guerra

dei sassi un canto selvaggio.

Terra scossa inchiodata

da un coperchio di bara.

Portasti collari e catene

lasciasti insepolto colui

rimasto poi ignoto.

Ora che il piede tocca

la terra sacra degli avi

sento che risplende ancora.

Mormorano i torrenti

le piante sussurrano

il loro canto placa i pensieri.

Come l’amante trova la sua amata

io verso lacrime di gioia

per questa patria ritrovata.

Terra mia che il tuo abbraccio

sciolga il dolore della solitudine

e il meriggio perda la sua afa

il tuono la sua voce e il mare

ondeggi come un campo di grano.

Si depone ogni corazza i pensieri

di guerra si disperdono.

Scacciato da dove vissi

faccio ritorno con un piccolo

fardello di sogni che la pietà

mi ha dato per il mio cammino.

Mirella Narducci

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