Diario di un turista travolto dal solito destino nell’azzurro mare di agosto

RICADI (VIBO VALENTIA) Metti un giorno d’ estate a Capo Vaticano… siamo in Calabria, in una delle località più conosciute della costa tirrenica. Si prospetta una splendida giornata di mare… o forse no.

Trovare una spiaggia è già un lavoro. La costa è assediata da stabilimenti che hanno precluso in più punti l’accesso al litorale. Finalmente ecco un posto utile in cui si può sostare. Bisogna stare attenti, i vigili sanno bene che in questo periodo la domanda di parcheggi supera di gran lunga l’offerta e vanno a caccia di qualche disgraziato che ha lasciato la macchina in un punto in cui non da fastidio. La giustizia qui è implacabile e noi non abbiamo soldi da regalare. Anzi si, perché il parcheggio buono si paga. Per un pomeriggio di mare ci vogliono 5 euro. Una guardiano ci fa il biglietto. In un lampo siamo sulla spiaggia. 

Il mare è molto agitato. La responsabilità è del buon Dio. Sulla sporcizia invece sospettiamo le colpe siano terrene. Il mare pulito è una perla rara. Il lembo di spiaggia sottile, la parte non occupata dai privati presenta una densità d’ ombrelloni  oltre ogni immaginazione. Il nostro non possiamo piazzarlo. Andiamo a chiedere allo stabilimento quanto dobbiamo pagare per ombrellone e sdraio. “ Per una giornata intera il prezzo è di 30 euro a persona”. 

Siamo felici di rimanere sulle nostre care, scomodissime, rocce a prendere un po’ di sole gratuito. Verso le 19 torniamo mestamente verso l’auto. Le sorprese non finiscono: ci hanno rubato il tergicristalli. Non ci credo. Il guardiano non si è accorto di nulla, è lì solo per fare i tagliandi, mansione prevista dal suo contratto precario in scadenza. Del resto i cartelli parlano chiaro: PARCHEGGIO NON CUSTODITO. Sentiamo cosa ne pensano i carabinieri: “Purtroppo sono cose che in quella zona accadono, anche se non dovrebbero accadere. Se vuole può venire a sporgere denuncia”. La voce rassegnata di chi è abituato a sorbirsi lamentele quotidiane senza avere forza, potere o voglia di cambiare l’andazzo. Ci vuole una serata da urlo per dimenticare in fretta la giornata sfortunata. “Scusi, conosce qualche bel posto qua vicino per andare a ballare?” – “No, qui non c’è nulla”. “Davvero? ” – “Certo. Pensavate di essere ad Ibiza?”

Ha ragione, abbiamo sbagliato tutto. L’anno prossimo andremo lì. Accogliere il turista qui è una bestemmia.

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