Agli inizi degli anni ottanta Michael Jackson si era comprato per duecentodiecimila dollari un appartamento di lusso, con tre camere da letto e tre bagni, in un quartiere elegante di Encino. Sua madre aveva voluto collaborare all’acquisto, malgrado il figlio non avesse bisogno di danaro, con 35.000 dollari messi insieme a fatica e Jacko, che in famiglia si fidava esclusivamente di lei, pensò bene di intestare la casa a tutti e due.
Mister Jackson, ne è arrivata un’altra… - disse il cameriere perplesso, mostrandogli il vassoio sul quale era depositata una lettera rosa.
“Off the wall” aveva venduto venti milioni di copie nel mondo: traguardo mai raggiunto coi fratelli, Michael Jackson da solo rendeva molto di più. Il sodalizio con Quincy Jones funzionava: produttore esperto, comprensivo, affettuoso, che gli dava massima fiducia. Tutto l’opposto di suo padre, diverso anche da Berry Gordy, che preferiva le persone servili, Quincy sceglieva invece canzoni proposte dallo stesso Michael .
Alla fine degli anni ’70 The Jackson erano un complesso sulla cresta dell’onda, che suscitava la curiosità e la morbosità popolare. Katherine Jackson, orgogliosa, li elogiava in televisione, dove veniva intervistata soprattutto quando il quintetto non accettava di farlo. Quel giorno Michael la guardava disteso sul letto dell’albergo che lo ospitava durante una tournée.
Jermaine Jackson a diciannove anni, nel 1973, sposò Hazel Gordy, figlia del presidente della Motown. Sua moglie si interessava personalmente della sua carriera e la nuova situazione sancì l’ allontanamento di Jermaine dai Jackson 5 spianandogli la strada come solista.
Quella mattina il sole inondava Hayvenhurst, filtrando nella camera che Michael divideva con suo fratello Randy, lo accompagnavano i rumori operosi del risveglio. Michael si stropicciò gli occhi, sbadigliò mettendosi a sedere, incontrando il suo volto nello specchio distolse lo sguardo poi, svogliatamente, si alzò e infilò i jeans, ma sorpreso si bloccò angosciato.
I Jackson 5, ancora di più il solista Michael Jackson, agli inizi degli anni ’70 trionfavano in USA e si affacciavano al mondo. Pur non partecipando attivamente alla politica, i cinque musicisti neri senza saperlo contribuirono ad attuare una rivoluzione culturale: Jacko stava diventando la prima grande star di colore in un’era in cui molti si battevano per il riconoscimento dei diritti civili.
ROMA - La comoda e bella casa affittata dalla Motown per i Jackson si trovava a Encino, distretto di Los Angeles situato nella San Fernando Valley. Aveva stanze spaziose, chiare e ben arredate, una cucina con tanti elettrodomestici ed era costruita su più piani.
Gli Anni Sessanta in America hanno visto nascere il movimento hippy, quello dei “figli dei fiori”, composto da adolescenti e giovani di razza bianca con una tradizione di dissenso ereditata dai bohémien e dai beatniks. Gli hyppies, contrari alle armi nucleari, alla guerra del Vietnam, spesso vegetariani e ambientalisti, abbracciavano aspetti della filosofia orientale e promuovevano la libertà sessuale, dichiaravano di usare droghe psichedeliche con l’intento, discutibile, di espandere le possibilità della coscienza.
Negli anni sessanta l’America si caratterizzava per la recrudescenza delle discriminazioni razziali, negli Stati del sud il senatore George Wallace proponeva leggi penalizzanti gli afroamericani. Alle Olimpiadi di Città del Messico, nel 1968, gli atleti di colore Tommie Smith e John Carlos, vincitori della gara dei 400 metri, durante la cerimonia di premiazione diedero vita a una delle più clamorose proteste della storia dei Giochi olimpici: sul podio scalzi, ascoltarono l’inno nazionale a capo chino, sollevando un pugno guantato di nero, simbolo del movimento di liberazione che rifiutava la prassi nonviolenta di Martin Luther King, le “Black Panthers”.
A Gary, dietro la casetta dei Jackson, dove ormai in tre stanze abitavano in undici perché nel 1961 erano nati Randy e nel 1966 Janet, c’era un campo di baseball: quasi tutti i pomeriggi i ragazzini si trovavano li per giocare e mangiare pop-corn. Le loro grida arrivavano alte, si rincorrevano, saltavano, si picchiavano ridendo. Guardandoli dalla finestra del piano terra Michael pensava a uno stormo di uccelli e li invidiava.
Gary è una città dell’Indiana, considerata tra le più liberali e tolleranti degli degli Stati Uniti: ha la più alta percentuale di persone afroamericane di tutta l'America ed è stata la prima ad avere un sindaco nero. A quaranta chilometri a sud-est di Chicago si affaccia sul lago Michigan, tuttavia non si può dire romantica e non si può invidiare: la sua storia ricorda quella dei villaggi industriali inglesi della metà dell’ottocento.
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