Sull'entrata d'una trattoria romana, imperava la scritta “Da Nerone er poeta”. Di poetico c'era soltanto un bel piatto di pajata coi rigatoni al sugo, che resuscitava i morti.
Chissà un sogno…..Ti ricordi quella sera dopo il teatro sconvolta dal finale tragico provai a cadere nelle braccia di Morfeo ma lui non c’era mentre tu eri lì seduta sulla sponda del letto, diafana come la luna, cerea in volto mesta mi guardavi.
Prima del grande passo voleva tenere sotto controllo la situazione, vedere se c'era qualcuno che si fosse accorto del lucchetto.
ROMA - “Tutto va per il meglio nel peggiore dei mondi possibili...”. Così scriveva Dino Campana, il grande poeta di origini tosco-emiliane. Una vita vissuta al limite, nell’oblio ed in una costante oscurità. Tutti temi che, in un modo o nell’altro, ritornavano nella sua poetica. Campana trascorse gli ultimi anni della sua vita in un ospedale psichiatrico.
ROMA - Con L’ARTE DEL RACCONTO parte del programma estivo di YAP FEST 2015, il MAXXI ha dato spazio alle emozioni uniche che scaturiscono dalla voce di un attore che racconta una storia e dalla magia della musica dal vivo.
Orazio quasi ogni venerdì era nervoso, quella “fiesta” da bisogno iniziale era diventata un tormento. La gente durante la “fiesta” alla fine beve, beve, beve, consuma droga e in stati di non coscienza finisce con il rompere i coglioni agli altri. E perché Orazio doveva innervosirsi in questo modo? Chi lo obbligava?
Che fare? Orazio era così, non sopportava le ingiustizie, a volte era un po’ idealista, altre volte non si poneva troppo nei panni degli altri, però alla fine il suo istinto lo rendeva libero. E l’amore allora? Orazio con Paz aveva capito che quando due persone stanno a guardarsi negli occhi per ore senza dire nulla allora possono dirsi innamorati. Orazio provò a parlare con Paz però lei non si voleva compromettere più di tanto, non si sbilanciava, non voleva soffrire.
Ma non si può nemmeno poi tanto pensare al futuro in questi termini. Le affezioni provocano questo sintomo di autodifesa dal dolore che porta ad invadere un po’ troppo la vita di un altro individuo. Ma chi può comandare i pensieri? Orazio aveva deciso di abbandonarsi agli eventi che la vita gli proponeva, cercava di comprendere sempre di più la parte differente dalla sua, l’altro.
Quanta cattiveria, quante umiliazioni genera il mondo del lavoro, nel quale l’individuo, mosso dalla fame, deve mettere da parte totalmente il suo ego e i suoi valori, per fare quello che gli dice un altro individuo che ha il potere di comandarlo all’interno della rete sociale. Lavorare per qualcuno è il continuo subire violenza.
Era l'una del pomeriggio, nessun rumore per casa; Orazio si svegliò e cominciò a pensare a come avrebbe potuto muoversi quei primi giorni, in quanto sarebbe stato ospite di Guille fino a quando non avesse trovato una stanza. “Hola Guille!, come va?”, “Bene Marco, sei pronto per un bel giro per Santiago?
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