Crisi. Nel 2012 contrazione dei consumi segna -5%

ROMA –  Continua ad allungarsi il bollettino dei dati negativi sull’economia del nostro Paese. L’Istat conferma oggi che, anche a giugno, le vendite al dettaglio hanno registrato un calo dello 0,5% su base annua.

Un dato ancora fortemente sottostimato, che testimonia, comunque, l’aggravarsi delle condizioni economiche delle famiglie. Secondo le analisi a campione dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, infatti, il crollo dei consumi a fine anno rischia di avvicinarsi al -5%. Una vera e propria catastrofe per l’economia: tale contrazione, infatti, equivarrebbe ad una contrazione complessiva della spesa di ben 35,5 miliardi di Euro.
Tale andamento, come sosteniamo da tempo, avrà ripercussioni sempre più negative e dannose per l’intera economia, alimentando la spirale negativa di crisi e recessione dalla quale non si intravede via d’uscita, complici anche le politiche di aumento della tassazione attuate finora dal Governo.
Una caduta simile della spesa sui mercati, infatti, non potrà che incidere negativamente sulla produzione, con conseguenze sul fronte dell’occupazione e, quindi, sul potere di acquisto delle famiglie (già crollato di oltre il -11,8% dal 2008) che, a loro volta, ridurranno ulteriormente i consumi.
“Per avviare una ripresa è fondamentale spezzare questo andamento.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Questo può avvenire solo evitando categoricamente ogni nuovo aumento della tassazione, a partire dall’IVA, nonché avviando seri piani di rilancio per la ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca.
Per fare ciò, oltre ad intensificare la lotta agli sprechi ed all’evasione fiscale, è necessario intervenire sulla tassazione di grandi patrimoni, rendite e transazioni finanziarie.

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