Crisi. Ma quale risparmio. A causa della crisi non c’è neppure l’ombra

ROMA – Con anni di colpevole ritardo le Istituzioni si stanno finalmente rendendo conto della grave situazione del risparmio in Italia.

Di risparmio ormai non c’ è neanche più traccia, anzi le famiglie stanno “raschiando il fondo” dei già magri risparmi che erano riusciti a metter da parte in passato. La vera scoperta dell’acqua calda! È quanto Federconsumatori ed Adusbef denunciano da anni. “Sarebbe ora che anche le autorità si dotassero di sensori sui mutamenti socio-economici più idonei e qualificati, per rilevare con maggiore prontezza le reali condizioni in cui si trovano le famiglie italiane.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Le famiglie fanno difficoltà ad arrivare a fine mese, figuriamoci se riescono a metter da parte qualche risparmio.
Dal 2008 ad oggi il loro potere di acquisto è diminuito del -13,2%, i consumi si contraggono a vista d’occhio e persino l’indebitamento è in diminuzione. Le famiglie si trovano in condizioni economiche così precarie ed intravedono prospettive future talmente negative che hanno rinunciato anche ad indebitarsi. Non è un caso, infatti, che proprio quest’anno si registri la contrazione più marcata delle consistenze debitorie rilevata da anni, pari a circa il -7% rispetto al 2009.
Ad aggravare ulteriormente questo quadro giungono i dati drammatici diffusi oggi sulla disoccupazione record al +10,8% (il livello più alto da quando sono iniziate le serie storiche mensili dell’Istat), che determinerà nuovi effetti negativi sul potere di acquisto delle famiglie e, quindi, sull’intero andamento economico.
È ora che il Governo si decida ad intervenire seriamente per spezzare la pericolosa spirale negativa su cui si sta avvitando sempre di più la nostra economia, fatta di impoverimento e recessione. Per questo bisogna avviare misure tese a risollevare il potere di acquisto delle famiglie ed a rilanciare gli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca: operazioni indispensabili se si vogliono evitare ulteriori danni all’economia ed ai bilanci delle famiglie.

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