Il lavoro crolla. Tre milioni i disoccupati. La Cgil; un piano per l’occupazione giovanile

ROMA – Non è  solo una sensazione che, per il lavoro, le cose vadano sempre peggio.

In una situazione simile, non è esagerato definirlo “perduto”, come ha fatto Stefano Lepri, intitolando così il suo libro intervista al Segretario generale CGIL Susanna Camusso, che, nel commentare gli ultimi dati Istat relativi alla disoccupazione, ha espresso le sue preoccupazioni anche rispetto al prossimo anno:
“Il 2013, sul piano occupazionale- ha dichiarato- sarà ancora più pesante del 2012, che già è stato l’anno più pesante della crisi.”   
Nel mese di ottobre 2012, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’11,1%, segnando un rialzo del 0,3% rispetto al mese precedente, e del 2,3% su base annua: si tratta del dato più alto dal gennaio del 2004 su base mensile, e dal primo trimestre del 1999 su base trimestrale. Sempre l’Istat rende noto  che , ad ottobre, il numero dei disoccupati ha sfiorato quota tre milioni. Oltre 600 mila i giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro. Sconfortante il dato sulla disoccupazione giovanile, ad ottobre al 36,5%.

 Camusso. Il governo non si occupa delle politiche industriali

:“I dati sulla disoccupazione sono la conferma che l’effetto recessivo della politiche economiche che ci sono state è  molto profondo”, questo il commento di Susanna  Camusso, che intervenendo a un convegno a Palazzo Valentini, ha sottolineato che la scelta “di non occuparsi delle politiche industriali da un lato e di sostegno dall’altro determina un crescente crisi dell’occupazione.” Dalla Cgil arriva anche l’intervento della segretaria confederale Serena Sorrentino che ribadisce quanto affermato da Camusso,  sottolineando in particolare che “l’area della disoccupazione strutturale stia crescendo a ritmi sostenuti. La dimostrazione lampante di come il governo dei tecnici non abbia lavorato sulla crescita mentre continuiamo a non avere uno straccio di politica industriale: le vertenze al Ministero dello Sviluppo economico rimangono tutte inesorabilmente irrisolte”. Inoltre, sottolinea Sorrentino, “il ministro Passera ha puntato sulle start up innovative che di innovativo hanno solo l’introduzione delle deroghe ai contratti a tempo determinato che infatti possono essere senza causale per 4 anni”. “Con un tale livello di disoccupazione, la domanda di sostegno al reddito crescerà, senza dimenticare che se non riparte l’occupazione-conclude  Sorrentino- ci sarà meno gettito fiscale e meno reddito disponibile per le famiglie, con tutto ciò che ne deriva in negativo in termini di finanza pubblica e consumi”. Per questo “bisogna interrompere la spirale recessiva con un piano straordinario per l’occupazione giovanile. Bisogna cambiare la legge di stabilità e fare una diversa politica fiscale altrimenti le nuove generazioni moriranno. Un quadro  drammatico che smentisce  ottimismi emersi anche nelle file del governo . I giovani pagano un prezzo altissimo e non  si vede alcun sbocco positivo.

I giovani a Fornero: il nostro problema  è quello di entrare in azienda

Probabilmente è anche per questo che tanti giovani hanno replicato sui vari social network al Ministro Fornero, che dopo averli definiti, a ottobre, “choosy”, qualche giorno fa, ha affermato:
“Noi mamme dobbiamo convincere i ragazzi ad avere un po’ di pazienza: non è che entri in azienda e diventi manager.”Una giovane, sulla sua pagina facebook, ha scritto:”Dovrebbe capire, il Ministro Fornero, che il nostro problema è proprio quello di ENTRARCI in azienda”.
Forse sarebbe necessario soffermarsi sulla pazienza dei giovani, anziché sul loro essere schizzinosi, sfigati e bamboccioni. Bisognerebbe pensare a quanti di loro hanno studiato, spesso più dei loro padri, e si sono poi ritrovati, nel migliore dei casi, a svolgere mansioni lontane anni luce dal loro percorso  formativo. O a quanti si siano sentiti fortunati anche nello svolgere lavori saltuari o part- time. Degli oltre 3 milioni di lavoratori part-time, sempre secondo stime dell’Istat su dati provvisori, più  della metà sono “involontari”  che non hanno trovato nulla di meglio.  Commentando i dati Istat, anche il Ministro dell’Economia Grilli si è detto pessimista  sull’andamento dell’occupazione nel prossimo anno:
“È chiaro che anche l’occupazione soffre, è un dato ovviamente negativo ma atteso”- ha affermato Grilli, che ha aggiunto: “se l’economia rallenta non si può pensare che l’occupazione migliori, anche nei nostri dati c’é un peggioramento nel 2013”.

 


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