Vacillano le ali di MeridianaFly. Più del cinquanta per cento dei lavoratori a casa

ROMA – Vacillano le ali di MeridianaFly, zavorrata da perdite per oltre cinquanta milioni di euro, debiti e una gestione non esattamente brillante.

La seconda compagnia aerea italiana dopo Alitalia, annuncia il taglio della flotta di 10 aeromobili, che da 37 passano a 27,  il ridimensionamento delle rotte, con la quasi totale soppressione del settore di lungo raggio e soprattutto la messa in cassa integrazione di centinaia di lavoratori, che si vanno ad aggiungere al personale già cassa integrato.

A perdere il lavoro saranno circa 1.450 persone  su un totale di circa 2.100 dipendenti. Nel piano esposto ieri alle organizzazioni sindacali, arriva la conferma che non ci sarà una riduzione dei voli da e per la Sardegna. Mentre rischiano le basi di Malpensa e Verona, su quest’ultima pesa anche la scure dei tagli annunciati da Air Dolomiti. 

Appare chiaro che il riassetto previsto in Meridiana riuscirà difficilmente a garantire un recupero occupazionale nel prossimo futuro. Soprattutto in considerazione del difficile momento che sta vivendo l’intero settore del trasporto aereo, con il recente fallimento di Wind jet e il concordato preventivo in Blue Panorama. Restano incerte anche le condizioni della compagnia di bandiera, anche se che al momento Alitalia CAI, sembra aver scampato una nuova ristrutturazione. 

A lanciare l’allarme sul ridimensionamento della compagnia aerea MeridianaFly, fondata nel lontano 1963 dal Principe Aga Khan, è l’ Unione sindacale di base. “Questo annuncio avviene dopo un anno terribile, durante il quale la stessa dirigenza ha sfruttato allo spasimo un accordo contrattuale pessimo, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti” osserva Paolo Maras, dell’USB Lavoro Privato.

Non sembrano, infatti, esser risultati efficaci i già pesanti sacrifici del personale, che ha visto tagli sul salario e l’impiego fino a 30 ore consecutive. Il piano, interesserà soprattutto MeridianaFly coinvolgendo per una quota inferiore la controlla Air Italy  “Non ci convince soprattutto il contenuto di un piano che prevede il mantenimento di un assetto societario suddiviso in varie aziende. I lavoratori – evidenzia Maras – corrono il rischio di subire pesanti ed inique conseguenze, ripercorrendo scenari drammaticamente già vissuti in Alitalia.

Ad aggravare la situazione sono i tempi molto stretti, ed una posizione rigida dell’ AD che non sembra voler cedere di una virgola sul piano di ristrutturazione.  “L’USB ritiene inaccettabile che una vertenza così importante rimanga circoscritta al confronto in sede aziendale, senza la minima verifica di percorsi di tutela diversi e meno penalizzanti per i lavoratori, per la collettività e per la stessa esistenza della compagnia” sottolinea Maras.

Per questa ragione, l’USB, che rappresenta il 25% dei lavoratori Meridiana e circa il 40% di quelli sindacalizzati, riunirà la sua struttura aziendale e di settore entro il prossimo lunedì 17 dicembre “per decidere le necessarie azioni a difesa e sostegno dell’occupazione e del lavoro” Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un nuovo incontro con tutte le organizzazioni sindacali.

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