Sciopero della fame dei dipendenti del duty free di Fiumicino

ROMA – Sono 44 i dipendenti della Wdfg (World duty free group) addetti alla vendita e all’amministrazione, ai quali, alla fine del mese, arriveranno le lettere di licenziamento.

Sette in tutto invece i negozi della società Wdfg chiusi all’aeroporto di Fiumicino a Roma. La motivazione della chiusura sarebbe legata al passaggio dall’attuale azienda alla società francese Lagardere, aggiudicatrice della gara dei duty free da parte della società Aeroporti di Roma Retail.

I dipendenti ormai disperati sono  in presidio permanente davanti agli uffici direzionali degli Aeroporti di Roma e stanno portando avanti uno sciopero della fame.

«Queste forme di protesta andranno avanti ad oltranza fino a quando non sarà aperto in Regione un tavolo ufficiale di trattativa, insieme con l’Assessore al lavoro e le due società interessate – ha spiegato il Segretario nazionale dell’Usb, Andrea Cavola, che nello scalo di Fiumicino ha incontrato i lavoratori – L’atteggiamento che stanno assumendo i soggetti coinvolti rispetto a questa vertenza è vergognoso. Perché parliamo di un comparto in attivo, quindi non si capisce perché i dipendenti che vi lavoravano debbano essere ‘scaricati’ così”.

“È iniziato uno spietato conto alla rovescia per il futuro occupazionale dei 44 lavoratori e lavoratrici del Duty Free dell’aeroporto di Fiumicino, che dal 16 gennaio prossimo rischiano il licenziamento a seguito del mancato rispetto della clausola di salvaguardia sociale dopo il rinnovo delle concessioni per gli spazi commerciali dell’aeroporto. Nonostante la loro mobilitazione vada avanti compatta ormai da molto tempo, grazie anche al sostegno dell’Usb e della Cgil, non si vede ancora uno spiraglio di luce che consenta di giungere a soluzioni certe e garanzia di continuità lavorativa”. È quanto ha affermato, in una nota, Ivano Peduzzi consigliere di Rifondazione Comunista alla Regione Lazio, che oggi pomeriggio ha preso parte alla mobilitazione a oltranza organizzata dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali davanti all’aeroporto. “Nonostante un incontro con il Prefetto e con la Regione, che ha fatto sperare nell’avvio di una soluzione per la tutela dei posti di lavoro dei 44 dipendenti, il tutto si è poi concluso con un nulla di fatto a causa del mancato impegno delle ditte subentranti nella gestione degli spazi commerciale e di Adr nel far decollare le trattative. Nel sostenere i sindacati, che hanno già fatto richiesta di un nuovo incontro tra le istituzioni e le parti in causa, abbiamo oggi scritto al Prefetto e all’assessorato competente della Regione Lazio sollecitandoli a intervenire con la massima urgenza”, ha concluso Peduzzi.

Alle critiche non scampa il sindaco di Fiumicino Canapini, criticato per la sua assenza nella vertenza, dal capogruppo del PD Michela Califano “È scandaloso quello che sta avvenendo senza che nessuno alzi un dito per prendere le difese di lavoratori i cui diritti vengono costantemente calpestati da interessi economici e privilegi ormai intollerabili- sotiene il capogruppo- Canapini ha un ruolo nel consiglio di amministrazione di Aeroporti di Roma e centrale nella macchina amministrativa, come primo cittadino del Comune che l’ha votato democraticamente alla sua guida. Questo ruolo non è mai stato portato avanti- continua la Califano. “Si dimetta dal cda di AdR e si dimetta dalla sua carica di sindaco che mai ha svolto nell’interesse del territorio e metta fine a questo terribile teatrino che non si riesce più a sopportare” conclude il capogruppo.

Ancora una volta i lavoratori sono costretti ad arrivare a gesti di disperazione per rompere almeno il muro di silenzio che troppo spesso caratterizza il dramma di chi prede il posto di lavoro.  Tra pochi giorni 44 lavoratori e famiglie rischiano di restare senza occupazione e senza futuro, in un dramma che non può e non deve essere lasciato al singolo perché il diritto al lavoro è un patrimonio che appartiene a tutti.

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