Italia va indietro. I poveri sono 8,2 milioni. I consumi come nel secolo scorso

ROMA – I consumi tornano ai livelli del secolo scorso, con Federconsumatori che rivela che la spesa complessiva delle famiglie è calata di 44 miliardi di euro in due anni.

I redditi tornano ai livelli del 1986  Drammatici i dati diffusi dall’Istat che registra8,2 milioni di poveri. Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1%, il 13,6% della popolazione residente. La povertà assoluta, stabilisce l’Istat, coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. Sempre nel 2011in Italia è stato occupato il 61,2% della popolazione di 20-64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010. Nella graduatoria europea, solamente Ungheria e Grecia presentano tassi d’occupazione inferiori. Guardando alle donne, le occupate sono solo il 49,9%. La disoccupazione di lunga durata, che perdura cioè da oltre 12 mesi, ha riguardato, nel 2011, il 51,3% dei disoccupati nazionali, il livello più alto raggiunto nell’ultimo decennio.  

 Istat. Ripresa lenta priva di effetti sulle famiglie

Non va meglio per quanto riguarda il numero di persone inattive. Nel 2011 il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni è stato pari al 37,8% e non subisce variazioni rispetto al 2010. Un livello ragguardevole, secondo nella graduatoria europea dopo quello di Malta.  Nel mondo la disoccupazione colpisce quasi 200 milioni di persone più dell’anno scorso mentre in Europa il nostro Paese sta meglio solo di Grecia e Spagna. Dice il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, che la ripresa in Italia è “probabile” che arrivi nella seconda metà del 2013 ma sarà “molto lenta e non riuscirebbe a produrre nel breve termine effetti significativi sulla disoccupazione e quindi sulla condizione delle famiglie

Lo studio di Rete Imprese Italia. Giù redditi e consumi

Secondo i dati di Rete Imprese il 2013 sarà un anno tragico per i consumi, che dopo il crollo dello scorso anno (4,4%) caleranno ancora dell’1,4% e scenderanno ai livelli di 15 anni fa. Contro i 16.654 euro del 2011 la spesa per il 2013 si dovrebbe attestare a 15.695 euro a testa.
Il crollo dei consumi è però figlio del crollo dei redditi con gli italiani che vedono il loro potere d’acquisto in ritirata tanto che il loro reddito disponibile è ai livelli di 27 anni fa. Il reddito medio degli italiani è infatti sceso a meno di 17mila euro: 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno. Un crollo rispetto al dato del 2007, anno di inizio della crisi, quando era a 19.515 euro

Chiudono i battenti 216 mila imprese Fisco al 56,1%

Sempre secondo Rete Imprese Italia nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato e le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un saldo negativo per 70mila unità.
Secondo le stime dell’associazione, nei dodici mesi sono circa centomila le imprese in meno. Altro punto dolente è la pressione fiscale effettiva che salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco à stata, sempre secondo lo studio, pari a 55,2%.

Ocse. Italia fanalino di coda nell’occupazione

Secondo i dati Ocse l’Italia è il paese europeo con il tasso di occupazione più basso dopo la Grecia e la Spagna. Nel terzo trimestre del 2012 si è registrato infatti un tasso di occupazione del 56,8% in Italia, stabile rispetto al trimestre precedente e in calo dello 0,1% rispetto all’analogo periodo del 2011, superiore solo al 50,4% della Grecia e al 55% della Spagna.

200 milioni i disoccupati nel mondo Va peggio per i giovani

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), che ha reso noto il suo nuovo Rapporto sulle tendenze globali dell’occupazione 2013, il numero di disoccupati a livello mondiale è aumentato di 4,2 milioni nel 2012 superando la cifra di 197 milioni e portando il tasso di disoccupazione a quota 5,9%. La situazione del mercato del lavoro è pesante soprattutto per i giovani, con circa 74 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni senza lavoro, che equivale ad un tasso di disoccupazione giovanile del 12,6%. “Il costo dell’inattività- dice il Rapporto-che porta alla disoccupazione di lunga durata e accentua la disconnessione dei giovani alla società, sarebbe molto più elevato” dell’attuazione di sistemi che garantiscono l’occupazione o la formazione di gruppi mirati di giovani.

FEDERCONSUMATORI-ADUSBEF. Si conferma il crollo

Secondo le associazioni dei consumatori  si confermano sempre più gravi i dati relativi all’andamento dei consumi delle famiglie.
“Dopo la brusca frenata del 2012, anno in cui vi è stata una contrazione del -4,7%, Rete Imprese Italia attesta, anche nel 2013, una caduta del -1,4%.
Questi dati testimoniano una diminuzione della spesa complessiva delle famiglie di portata spaventosa: oltre -44 miliardi di euro nel 2012-2013.
Una cifra abnorme che non solo da l’idea della profonda situazione di malessere vissuta dalle famiglie, ma che fa capire bene quanto siano ampie e dannose le conseguenze negative per l’intera economia determinate dalla continua contrazione della domanda di mercato. Tutto ciò si traduce, infatti, in calo della produzione, aumento della disoccupazione e della cassa integrazione e, quindi, in ulteriore diminuzione del potere di acquisto delle famiglie.
’Un andamento allarmante, che peggiora di giorno in giorno senza che nessuno si decida ad adottare seri provvedimenti – sottolineano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti -.

Indispensabile abolire l’aumento dell’Iva


Basti pensare che la ‘stangata’ subita a causa dell’aumento della tassazione, dei prezzi e delle tariffe nel biennio 2012-2013 ammonta a +3.823 euro a famiglia (di cui 2.333 nel 2012 e 1.490 nel 2013)’.
’Di fronte a tale crescita incontrollata ed ingiustificata – proseguono – da anni invochiamo misure urgenti: a partire da maggiori controlli sulla determinazioni dei prezzi e da un sostegno, sotto forma di detassazione, per le famiglie a reddito fisso (lavoratori e pensionati) che risentono in misura maggiore gli effetti negativi della crisi’. E’ indispensabile inoltre – per Federconsumatori e Adusbef – che il primo punto all’ordine del giorno del nuovo Governo sia l’abolizione dell’aumento dell’Iva da luglio, che avrebbe effetti ancor più disastrosi per le famiglie e per l’economia’.


 

 


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