“Nel 2013 rischia di scoppiare il caos badanti.
Secondo le nuove norme introdotte con la riforma del lavoro infatti gli anziani saranno considerati alla stregua di veri e propri imprenditori e in caso di licenziamento della persona che si prende cura di loro saranno costretti a pagare fino a 1.400 euro in tre anni, ovvero 473 euro all’anno”. Lo denuncia lo Spi-Cgil. “Tale cifra – continua il Sindacato dei pensionati della Cgil – però non andrà direttamente nelle tasche dei lavoratori licenziati ma finirà nelle casse dell’Inps per alimentare l’Aspi. L’importo dovuto non tiene inoltre conto delle diverse tipologie di lavoro e resta del tutto invariato sia che la badante licenziata abbia lavorato per poche ore alla settimana sia che abbia lavorato per otto ore al giorno”. “In questo modo – conclude lo Spi-Cgil – non solo si penalizzano ulteriormente gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie con un pesante aggravio di costi e di burocrazia ma si finisce soprattutto per alimentare il lavoro nero, che nel badantato è già una vera e propria piaga toccando la quota dell’80% con oltre 2mln di lavoratori non in regola. La politica non si può permettere di contrapporre anziani e lavoratori ed è per questo che deve intervenire per correggere una norma che rischia di fare davvero molti guai”.