Ilva. Siglato accordo su Cig. La Fiom non firma

TARANTO – Accordo siglato fra Ilva, ministero del Lavoro e sindacati dei metalmeccanici Fim-Csil e Uilm, ad esclusione della Fiom-Cgil che non ha sottoscritto, per la copertura della cassa in deroga allo stabilimento siderurgico per il periodo dal primo gennaio scorso al prossimo 2 marzo.  All`accordo, che costa allo Stato circa otto milioni di euro, sono interessati sino ad un massimo di 1.100 lavoratori dell’acciaieria tarantina.

L’intervento del ministero si è reso necessario, secondo fonti sindacali, perché la Regione Puglia non aveva i fondi. L`ammortizzatore sociale sarà utilizzato in media al 50% dell`orario lavorativo con punte del 100%. Ilva individuerà i lavoratori da mettere in cassa integrazione a seconda delle esigenze tecnico-impiantistiche dettate dalla fermata degli impianti dell`area a caldo da adeguare alle prescrizioni della recente Autorizzazione integrata rivista dal ministero per l`Ambiente. Ilva ha dichiarato che i lavori di adeguamento sono iniziati nel dicembre 2012 ed altri impianti sono stati fermati a gennaio 2013 nell`ottica di un «tendenziale miglioramento della tecnologia applicata agli impianti» sulla base di un progetto di ristrutturazione aziendale.

Preoccupa invece il numero di lavoratori per i quali nei giorni scorsi Ilva ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per 24 mesi (compreso fra i 4400 circa ed il 6400 circa). A Roma oggi è stato siglato un verbale di intesa, con cui l’azienda assicura la sua attenzione a «tutte le condizioni gestionali relative al personale, onde alleviare l`onere per i lavoratori coinvolti».  La Fiom ha ritenuto inaccettabile questa forzatura da parte del governo.
“A questo primo testo, – ha riferito Stefanelli (Fiom Taranto) –   è stato legato un secondo testo relativo invece all’impiego della Cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione che, secondo i disegni dell’Azienda, dovrebbe coinvolgere 6.500 lavoratori per la durata di 24 mesi a partire dal 3 marzo prossimo.”
“Come è noto, la Fiom ha già espresso una valutazione negativa su questa ipotesi sostenendo che prima di affrontare una discussione sull’eventuale impiego della Cigs occorre che l’Azienda presenti ai sindacati un piano industriale le cui finalità, in relazione all’attuazione dell’Aia, debbono essere comprensibili e condivisibili.”
“In pratica, oggi al Ministero del Lavoro ci siamo trovati di fronte a una evidente forzatura volta a ottenere il consenso sindacale su  un determinato modo di affrontare le conseguenze di un piano non ancora conosciuto ne discusso.”
“Coerentemente alla propria impostazione la Fiom ha respinto questa inaccettabile e incomprensibile forzatura.”

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