Inflazione. Ricadute di +213 euro annui solo su settore alimentare

ROMA – Ormai ne siamo certi: l’Istat non sta rilevando l’andamento dell’inflazione e della fiducia dei consumatori in Italia. Le ripetute frenate di tale tasso attestate dall’Istituto di Statistica non ci risultano affatto, almeno per quanto riguarda i beni con più alta frequenza di acquisto.

Una frenata è inspiegabile anche alla luce dei nuovi aumenti dei prezzi dei carburanti che, come è noto, incidono sulla determinazione dei prezzi dei beni (trasportati per l’86% su gomma) e dei servizi. L’unico dato che si avvicina alla verità è quello relativo al settore alimentare, ai massimi dal 2009, il cui rialzo risulta pari al +3,2%. Tale rincaro a nostro parere è ancora sottostimato, in quanto secondo le rilevazioni dell’O.N.F. –  Osservatorio Nazionale Federconsumatori a gennaio è stato pari al +3,8%: questo comporta un aggravio di 213 Euro annui a famiglia nel solo settore alimentare.
Aumenti allarmanti, che continuano a verificarsi nonostante la forte contrazione dei consumi, pari al -6,1%nel biennio 2012-2013. Di fronti a questo scenario, la fiducia dei consumatori in rialzo è un dato fuori luogo, che si commenta da solo.  Bisogna intervenire al più presto per contrastare tale andamento che, come denunciamo da anni, sta trascinando le famiglie italiane e l’intera economia in una situazione sempre più critica e pericolosa.
Le famiglie, che in questi anni hanno subito una caduta verticale del proprio potere di acquisto, sono costrette a modificare anche radicalmente le proprie abitudini.
In casi simili il Governo deve intervenire con la massima urgenza.

Per questo rinnoviamo il nostro appello a chi uscirà vincente dalle prossime elezioni affinché agisca concretamente per una reale ripresa economica del Paese e delle famiglie attraverso:
–       misure di sostegno destinate alle famiglie a reddito fisso, a partire da una detassazione e dall’eliminazione dell’IMU sulla prima casa per i bassi redditi;
–       un piano per il rilancio dell’occupazione, anche tramite l’allentamento dei patti di stabilità degli Enti Locali;
–       la ripresa degli investimenti per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica;
E’ fondamentale, inoltre, cancellare definitivamente l’ulteriore aumento dell’IVA da luglio, che avrà effetti catastrofici sull’economia italiana.

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