Welfare, piano Viminale non basta. Anziani maltrattati, chiudere case di riposo lager

Serve intervento su scala nazionale

ROMA – “Il Piano d’azione per la coesione presentato oggi dal Viminale è sicuramente un buon inizio ma non basta a risolvere la cronica mancanza di servizi di cura e di assistenza per gli anziani non autosufficienti. Dopo anni di tagli operati da Berlusconi e da Monti serve una scossa, un intervento su scala nazionale e non solo limitato ad alcune regioni”. Ad affermarlo è il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone commentando il Piano d’azione per la coesione per bambini e anziani presentato oggi dal governo.
“Il welfare – ha continuato Cantone – è stato finora sacrificato sull’altare dei tagli e del rigore finanziario, con il conseguente peggioramento delle condizioni degli anziani. Visto che siamo il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone sarebbe il caso di stanziare maggiori risorse per affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione, garantendo allo stesso tempo servizi e tutele a chi ne ha bisogno e creando nuovi posti di lavoro per i giovani”.

Anziani maltrattati, chiudere tutte le case di riposo lager
 
“Bisogna chiudere tutte le case di riposo lager dove gli anziani vengono maltrattati e torturati. Le istituzioni non possono permettere che nel proprio territorio esistano strutture che abusano di chi è fragile e indifeso ed è per questo che ci rivolgiamo a loro perché facciano più controlli”.
Così il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone interviene in merito alla scoperta di una casa di riposo lager a Terni.
“Basta ipocrisie – ha continuato Cantone – perché non stiamo parlando di casi isolati ma è del tutto evidente che c’è un problema su come gli anziani vengono trattati nelle strutture per la terza età, soprattutto in quelle private come quella di Terni.
“Vanno accertate le responsabilità su quanto accaduto – ha concluso il Segretario generale dello Spi-Cgil – per colpire chiunque abbia abusato degli anziani siano essi amministratori o lavoratori. Sarebbe anche ora che le associazioni che rappresentano queste case di riposo si assumessero la responsabilità di operare verifiche e controlli per mettere fine a quella che ormai è diventata una vera e propria vergogna nazionale”.

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