Marangoni Tyre. Chiude l’impianto di Anagni. 500 lavoratori a rischio

ROMA –  Di ieri la notizia della chiusura dello stabilimento Marangoni Tyre di Anagni.  Rischiano il posto circa 500 lavoratori.

L’annuncio è avvenuto a margine di un incontro tra azienda e organizzazioni sindacali.Appello al governo e alla Regione Lazio da parte del segretario Ugl FrosinoneLuigi Ulgiati. Il segretario provinciale Ugl Frosinone, Enzo Valente, dopo l`incontro che si è tenuto presso la sede di Confindustria a Frosinone in cui «è stata ufficializzata una notizia che purtroppo era nell`aria da tempo: le difficoltà del gruppo sono di lunga data, tanto che l`azienda aveva già posticipato la riapertura della fabbrica dopo la pausa estiva».

Dal ministero dello Sviluppo economico e dall`amministrazione regionale «ci aspettiamo subito segnali concreti – dicono – perché è inaccettabile che, nonostante i sacrifici fatti negli ultimi anni, gli oltre 500 lavoratori coinvolti, fra diretto e indotto, si trovino ora a dover sopportare i costi della crisi settoriale e locale, oltretutto senza aver avuto altre notizie sul proprio futuro se non che non varcheranno più i cancelli della fabbrica. Dopo il caso della Bridgestone di Modugno è evidente che siamo di fronte all`ennesima conseguenza del declino del comparto della gomma in Italia, che mette in pericolo la presenza nel nostro paese di un altro importante produttore di pneumatici. A ciò – proseguono i sindacalisti – si aggiunge il fatto che la chiusura della Marangoni di Anagni rappresenterebbe un nuovo duro colpo per un territorio già fortemente devastatodalla congiuntura economica negativa».

Per l’Ugl «serve dunque un intervento immediato affinché gli impegni presi, a partire dalla firma dell`accordo per il rilancio economico e occupazionale del sistema locale del lavoro di Frosinone-Anagni, non restino solo inchiostro su carta».

Il Vicepresidente di Unindustria, Davide Papa,  è intervenuto sulla vicenda dichiarando: «Prendiamo atto di quanto comunicato dalla Marangoni e ci dichiariamo preoccupati, con i sindacati e le

istituzioni locali per l’aggravarsi della crisi economica sul nostro territorio».  «Ribadiamo come già fatto presente in tutte le sede competenti ed in ogni occasione, che occorre dare celere attuazione agli strumenti previsti dall’accordo di programma sottoscritto il 2 agosto scorso tra Mise, Regione Lazio e Provincia di Frosinone. Sosteniamo, altresì, che a questi strumenti bisogna affiancarne altri, a partire da quelli previsti nell’allegato all’accordo di programma da noi sottoscritto con le organizzazioni sindacali, che possano intervenire sul tema del costo del lavoro e della flessibilità, che a nostro avviso costituiscono elementi fondamentali per garantire un miglioramento della competitività e dell’attrattività degli investimenti per il nostro territorio. 

Ricordiamo inoltre la necessità di intervenire anche a livello locale sulle criticità individuate nell’accordo sottoscritto proprio in questi giorni da Confindustria, Cigl, Cisl e Uil a livello nazionale, in particolare sui carichi fiscali, incentivi alla ricerca e all’innovazione, infrastrutture e snellimento delle procedure burocratiche. Infine- conclude Papa- confermiamo che siamo impegnati in prima persona a supportare l’azione che si sta mettendo in campo per favorire la ripresa produttiva del territorio provinciale».

Al più presto  sarà convocato un tavolo presso la Regione Lazio, con l’azienda e i sindacati, per analizzare e discutere le possibili soluzioni che garantiscano il futuro dei lavoratori interessati e per mettere in atto un processo di riorganizzazione e riconversione produttiva che porti al rilancio economico dell’intera area. 

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