Crisi. La ripresa è ancora molto lontana, altro che ottimismo

ROMA – Non condividiamo affatto l’ottimismo di Confindustria, che oggi annuncia che l’economia italiana è arrivata al punto di svolta.

La recessione purtroppo non è ancora terminata, lo dimostrano le stime al ribasso sul PIL diffuse ieri dall’Istat, nonché la lunga lista di indicatori negativi che caratterizzano l’andamento economico del nostro Paese, dalla contrazione dei consumi (-59 miliardi di euro nel biennio 2012-2013) all’aumento della disoccupazione. Una situazione allarmante, ulteriormente aggravata dall’instabilità politica e dal clima di incertezza in cui vivono le famiglie. Sulla ripresa economica pesano come un macigno il nodo dell’IVA e la grave crisi occupazionale.
L’incremento dell’Imposta sul Valore Aggiunto, come denunciamo da tempo, avrà conseguenze devastanti per l’economia e per le famiglie, che dovranno far fronte ad un aggravio di +207 Euro annui. Fino a quando il Governo non agirà con determinazione e responsabilità eliminando categoricamente tale aumento, famiglie ed imprese rimarranno con il fiato sospeso, impossibilitate a programmare, rispettivamente, i propri consumi ed i propri investimenti. Da sola, l’eliminazione dell’IVA non sarà sufficiente a far ripartire l’economia ed avviare la ripresa: a tale operazione è necessario affiancare un serio piano per la crescita ed il rilancio occupazionale. Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, a luglio, si attesta al 12%, quella giovanile ha superato la soglia del 39,5%. Un andamento preoccupante, al quale il Governo deve dare risposte immediate. Per questo riteniamo ormai improrogabile il rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, a partire dagli investimenti per le reti e le infrastrutture digitali, indispensabili per un ammodernamento ed un salto di qualità del nostro Paese.
Inoltre è fondamentale avviare una seria lotta all’evasione fiscale ed un taglio a sprechi e privilegi, che hanno raggiunto ormai livelli insopportabili.

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