Bancari Abi, Disdetta anticipata del contratto. Mobilitazione dei lavoratori

ROMA – Nel corso della riunione tenutasi in data odierna a Roma, l’ABI ha consegnato alle rappresentanze dei lavoratori la disdetta anticipata dei vigenti CCNL.

L’atto, di inaudita arroganza e gravità, rompe di fatto una tradizione concertativa che aveva a lungo consentito alle parti di costruire insieme soluzioni innovative a tutela dei lavoratori e del lavoro nel settore e annuncia l’intenzione di scaricare sui lavoratori tutti i guasti di un sistema dei quali le controparti hanno le maggiori responsabilità.

La concomitanza dell’urgente scadenza imposta dalla legge per la trasformazione del Fondo di Solidarietà del settore aumenta la gravità del gesto compiuto dall’ABI, che rischia di mettere a repentaglio la sussistenza del fondo stesso.

Di fronte a queste gravi decisioni le Segreterie Nazionali hanno risposto affermando che né il metodo, né gli obiettivi dichiarati potranno essere accettati.

Inizia conseguentemente un periodo di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e pertanto saranno convocati gli attivi sindacali unitari e le assemblee del personale, per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria e le altre azioni di contrasto nei gruppi e nelle aziende.

In merito alla decisione assunta oggi dall’Abi è intervenuto il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale il quale ha dichiarato: “Un gravissimo errore che abbiamo respinto con forza unitariamente chiedendo il ritiro della disdetta”. Una decisione “contro la quale ci mobiliteremo insieme con attivi unitari e assemblee per preparare lo sciopero della categoria”. Nel corso dell’incontro di oggi, inoltre, fa sapere Megale, “come organizzazioni sindacali, oltre che sostenere la necessità di una legge sui compensi dei top manager, abbiamo chiesto alla controparte di dare il buon esempio prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro: i banchieri dovrebbero infatti ridursi per i prossimo due o tre anni i loro compensi, passando dai due, ai tre e fino ai quattro milioni attuali, sotto la soglia dei 6/700 mila euro”, conclude.

Condividi sui social

Articoli correlati