Alitalia sul filo del rasoio. Spunta Aeroflot. Salvataggio non garantito

ROMA – E’ previsto per la prossima settimana un incontro tra Aeroflot e una delegazione Alitalia. Una sorta di ‘missione’ esplorativa da parte dell’ex compagnia di bandiera, visto che Air France-Klm non sembra essere intenzionata a un aumento di capitale. Alitalia è invece alla disperata ricerca di un partner internazionale forte e Aeroflot, che conosce perfettamente il dossier Alitalia, non ha smentito al momento il suo possibile interesse a una partnership industriale. Intanto ieri Air France-Klm, che detiene il 25% di Alitalia, ha svalutato il valore della sua quota.

A chiarire la situazione è stato  proprio l’ad e direttore generale De Juniac, il quale senza troppi giri di parole, ha sottolineato la necessità per Alitalia di un piano di ristrutturazione ‘forte’, che preveda una riduzione del medio raggio e una stabilizzazione del lungo. Il manager ha inoltre richiesto, affinché possa essere rafforzata la partnership, la revisione dell’applicazione degli ammortizzatori sociali e un rafforzamento della solvibilità.  Proprio a tal proposito, secondo il quotidiano statunitense Wall Street Journal, che ha dedicato un dossier ad Alitalia-AirFrance, sarebbe intenzione dello stesso vettore franco-olandese aspettare che la compagnia italiana dichiari bancarotta per poi riuscire ad accaparrarsela per pochi spiccioli. Tuttavia, scrive sempre il giornale, Air France avrebbe smentito le speculazioni del Wall Steet Journal; una fonte ufficiale del gruppo franco-olandese avrebbe infatti affermato che puntare al fallimento dell’Alitalia sarebbe un’idea ‘stupida’. 

Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi ha commentato la vicenda sottolineando l’importanza per Alitalia di trovare un partner  internazionale e, in relazione alla decisione del gruppo franco-olandese, ha dichiarato:” Air France rimane, comunque, il partner industriale più plausibile al momento per il salvataggio di Alitalia – non dovrebbe arrivare prima di metà novembre, quando scadrà il periodo di 30 giorni previsto per la sottoscrizione dell’aumento di capitale, anche se rimarrà poi un ulteriore periodo per sottoscrivere la quota di capitale inoptato”.

Certo è che questi ultimi sviluppi preoccupano non poco i sindacati. Franco Nasso, segreterio generale della Filt-Cgil ha stigmatizzato l’importanza di una azione di Governo per  il salvataggio di Alitalia, che in caso contrario non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza. Mentre il segretario della Fit Cisl,  Giovanni Luciano ha commentato in una nota le ultime indiscrezioni:”La strategia di Air France è fin troppo evidente, Alitalia fa bene a cercare  altre alleanze internazionali che possano costituire una  valida alternativa”. 

Insomma sono passati ormai cinque anni dall’ormai fatidico 2008 e nonostante ‘l’alleggerimento’ subito in termini soprattutto occupazionali, Alitalia è di nuovo in agonia e sull’orlo del baratro, esattamente come cinque anni e ancora in attesa di un ipotetico salvatore, probabilmente straniero. Nel mezzo delle decisioni, in attesa i lavoratori preoccupatissimi. Non va dimenticato infatti che nel dicembre 2008 il personale venne di fatto quasi dimezzato. Cassa integrazione per quattro anni e tre di mobilità che scadrà nell’ottobre del 2015. Questo è quanto subirono i lavoratori, di cui 4500  tuttora estromessi dal ciclo produttivo, molti dei quali allo scadere dei termini non potranno accedere al sistema pensionistico.

Comunque, rispetto a cinque anni fa la discontinuità questa volta verrà garantita dal fatto che Roberto Colaninno, non avrà posizioni di vertice. Scelta che le banche hanno accolto come “senso di responsabilità” da parte del presidente “necessaria per gestire una nuova fase”. Insomma, la partita economica potrebbe anche presentare delle garanzie, ma gli unici a non essere garantiti sono ancora una volta i lavoratori che temono il ripetersi di un 2008. 

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