C’era una volta…BelleAir Europe. Un’altra favola del trasporto aereo

ROMA – C’era una volta BelleAir Europe, compagnia aerea fondata nel 2009 con la partecipazione del gruppo albanese Belle Air e operativa dal 2010.

Una delle tante compagnie nate nella deregolamentazione del trasporto aereo che occupano gli spazi liberi del mercato e restano per aria a tempo determinato. 
Fino a quando non subentra una crisi che lascia a terra, oltre agli sventurati passeggeri, centinaia di lavoratori!

Dopo pochi anni sul mercato, in questi giorni la compagnia ha, infatti, sospeso i suoi voli a causa della difficile realtà economica in cui si trova, lasciando i dipendenti senza stipendio e con l’incertezza del futuro. 

“Non intendiamo isolare i lavoratori mettendoli nelle condizioni di affrontare in solitudine questa situazione e ci batteremo al loro fianco- dichiara l’Unione Sindacale di Base

Il dramma è che l’epilogo di Belle Air Europe è la stesso di molte altre compagnie, da Alitalia a Windjet a Blue Panorama, il trasporto aereo è il settore che più di tutti sta subendo i danni prodotti dalle privatizzazioni, dalle liberalizzazioni e dalla deregolamentazione del mercato del lavoro. 

Queste ricette, propinate dai management come “miracolose” e accolte dai sindacati collaborativi, hanno prodotto la deindustrializzazione del settore, la crescita esponenziale della precarietà in aeroporti e compagnie aeree e il disastro occupazionale. Tutto questo mentre la produttività raggiungeva vette da record, i salari venivano decurtati e gli aeroporti diventavano un far west –continua l’organizzazione sindacale

Un vero e proprio sistema “cannibale” che divora occupazione e sta portando alla deriva l’intero comparto. 
Sono già 10.000 i posti di lavoro persi e altrettanti rischiano di restare disoccupati”

Il paradosso è che tutto questo accade in un settore che non solo è strategico per il paese, ma vanta delle potenzialità enormi ed una crescita continua.

“La gestione del governo appare inadeguata all’entità del fenomeno, non solo mancano le regole e i controlli, ma al contrario si permette che a Fco cioè nel maggiore aeroporto italiano atterrino compagnie low cost come Ryan Air che assume il personale attraverso agenzie interinali, non versa i dovuti contributi ai dipendenti e si sostiene fondamentalmente grazie alle quote, date a livello territoriale, derivanti dal prelievo fiscale imposto ai cittadini.

Molte delle responsabilità di questa situazione sono da imputarsi ad una mancata politica generale del trasporto aereo e ad una gestione delle relazioni industriali, di una parte del sindacato, cosi detto ‘responsabile’, che in taluni casi ha avvallato operazioni con un impatto sociale drammatico. Con costi altissimi pagati dai lavoratori e dalla collettività”

L’USB ritiene fondamentale che ci sia una regia in cui lo stato abbia un ruolo di controllo, servono investimenti necessari per riacquistare il terreno ceduto in questi anni.

“Serve soprattutto una politica che attui strumenti per recuperare le migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro e gli altrettanti che soffrono la precarietà senza alcun futuro.

Per fermare l’emorragia occupazionale e ridare una prospettiva alle numerose maestranze specializzate, il primo passo è la moratoria sulle nuove abilitazioni e corsi professionali per neo-assunti, spesso fatti pagare dalle aziende.

Riteniamo inoltre indispensabile che le aziende che assumono siano obbligate ad attingere da un bacino di lavoratori cigs/mobilitati e precari, appositamente costituito per permettere la mappatura di questo personale, considerando come parametro di riferimento quello dell’anzianità aziendale di provenienza. Questa soluzione non solo garantirebbe un sistema equo e trasparente ma eviterebbe che i licenziamenti gravino sulle spalle della collettività”

USB ha già portato all’attenzione del governo queste tematiche nell’incontro che si è tenuto lo scorso 5 dicembre.

“Ma è solo grazie all’impegno dei lavoratori attraverso le mobilitazioni che si arriverà ad ottenere un sistema di regole capace di garantire occupazione, diritti e dignità. Terremo informati i lavoratori di ogni sviluppo” conclude l’USB 

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